La magia di Istanbul e del suo museo dell’innocenza arrivano al cinema

La Grande Arte al Cinema chiude la stagione con il film “Istanbul e il museo dell’innocenza di Pamuk”

Il poster del film “Istanbul e il museo dell’innocenza di Pamuk”

Tutti viviamo per amare ed essere amati. Ci piace credere alle favole e in fondo al nostro io una vocina ci ricorda costantemente di non smettere di sognare. Ci piace palpitare, avvertire le farfalle nello stomaco, avere i capogiri e credere nell’anima gemella. Le storie che narrano di amori lontani, talvolta impossibili, spesso agrodolci, ci appassionano, ci seducono, non ci sazieranno mai abbastanza. Il museo dell’innocenza non poteva quindi che riservarci un tuffo al cuore.

L’opera nata dalla penna del premio Nobel per la Letteratura Orhan Pamuk ci porta a Istanbul, ci immerge nelle sue vie, ci fa ritrovare un’epoca andata, ci regala piccole fotografie di tradizioni e abitudini tipiche di quella città unica, da sempre crocevia di culture, e ci travolge con l’improvviso, irrazionale e non cercato, innamoramento di Kemal per la giovane Füsun.

Le parole sono toccanti, ardono, sono sincere. Riusciamo quasi a vedere il povero Kemal distratto, rapito, totalmente conquistato dalla bellezza della parente “alla lontana” che un giorno entra nella sua vita, nella sua mente e nel suo cuore per non lasciarlo più. Sappiamo non mancheranno gli ostacoli. Perché il sentimento di quell’uomo non doveva nascere e presto si trasformerà in una dolce ossessione che approderà in un museo: il museo dell’innocenza, un luogo per non dimenticare ma anche un luogo in cui noi possiamo illuderci che quell’amore per qualche ora sia anche il nostro.

Un’immagine del film “Istanbul e il museo dell’innocenza di Pamuk” © Grant Gee

Le pagine di Pamuk sono ricche, delicate, attente e catturano il lettore sin dalle prime righe. Ci sentiamo vicini ai protagonisti, avvertiamo l’odore di polvere e di chiuso mentre l’affanno e le vibrazioni della città sono sempre più forti.

Portare su grande schermo parte di una storia così fitta d’immagini ed emozioni era impresa ardua, alto era il rischio di scivolare nell’opera melensa o, al contrario, di ridurre tutto ad un asettico documentario, vanificando l’aura magica e preziosa che avvolge il romanzo. Perché quel luogo che non esisteva ora è vero, è tangibile, e il regista Grant Gee ha accettato la sfida di farci immergere nel racconto e nelle sue sorprese, nei retroscena del primo museo immaginario che dalla carta è diventato realtà, negli aneddoti di vite vissute, consunte, oramai andate.

La voce che vi ammalierà sarà quella di Kemal (Pasquale Anselmo), alternata a quella di Ayala (Serra Yılmaz), amica d’infanzia di Füsun, e dello stesso scrittore (in stralci di sue interviste). Insieme vi leggeranno alcuni passaggi del testo e vi immergeranno nel mondo in cui è potuto sorgere un simile spazio espositivo e solo quando sarete totalmente sedotti dalla foga amorosa mista a malinconia vi renderete conto di non aver mai visto i due amanti. I capelli che incorniciano il viso della giovane, le sue lunghe leve, la sua bellezza mozzafiato sarà la medesima che vi eravate disegnati durante la lettura (sia che la udiate in sala per la prima volta sia che ve la siate creata a casa), gli oggetti prenderanno forma, le persone si assieperanno dentro la vostra testa e questo è, forse, il regalo più grande che ci fa la pellicola di Gee.

Un’immagine del film “Istanbul e il museo dell’innocenza di Pamuk” © Grant Gee

Il film vi condurrà lontano, nella notte buia e fitta, nella città sul Bosforo, vi farà addentrare in vicoli anonimi e solitari per rammentarvi l’importanza della memoria, dei sogni, delle emozioni. Vorrete tutti essere per un istante Kemal così da provare quella sensazione d’irrequietezza, quando una persona s’insinua in ogni vostra fibra e in ogni pensiero, ma vorrete anche essere l’innocente Füsun, per provare l’ebrezza di sentirvi unici, speciali, determinati per l’esistenza di un altro. E poi vorrete vagare per Istanbul nelle ore più tarde per assicurarvi che i ricordi ivi custoditi non svaniscano mai.

Questa esperienza suggestiva, in grado di toccare nel profondo, arriva su grande schermo oggi 7 e domani 8 giugno 2016 a chiudere la stagione della Grande Arte al Cinema di Nexo Digital (l’elenco delle sale è disponibile QUI). Che abbiate letto il libro o meno, vi sarà difficile non subirne il fascino.

                                                                     Vissia Menza

Leave a Comment