Ben e famiglia vivono nella foresta. Ben e i suoi sei figli ogni mattina si alzano, fanno allenamento, studiano e devono provvedere alle loro necessità senza uso della tecnologia e dei confort a cui siamo abituati. Ben non è in qualche paese disagiato oppure in un luogo in cui il progresso non può arrivare, Ben è americano e con la sua americanissima famiglia abita in America. La sua è una scelta. Da una decade lui e la moglie hanno deciso di isolarsi per crescere la prole a contatto con la natura, insegnandole a cavarsela nel mezzo del nulla, con il solo supporto della propria forza fisica, degli istinti e della conoscenza.
I ragazzini hanno un fisico allenatissimo, sanno cacciare, cucinare, cucirsi i vestiti, ma anche giocare, cantare, suonare e leggere. La cultura, infatti, non manca. Tutti sono fluenti in molte lingue, hanno un accentuato spirito critico, sono al corrente degli eventi salienti della storia e la politica della madrepatria (e non solo). Cosa manca loro? Il contatto e il confronto con quella realtà che a noi pare ovvia e a loro sembrerà assurda il giorno in cui, per cause di forza maggiore, dovranno uscire dalla bolla a cui sono abituati.
Captain Fantastic, è il secondo lungometraggio di Matt Ross, artista noto al grande pubblico soprattutto per i suoi ruoli ne L’esercito delle 12 scimmie, American Psycho e Good Night, Good Luck. In veste di autore e regista arriva a Cannes nella sezione Un Certain Regard con un’opera presentata in anteprima al Sundance. Il suo film è un divertente on the road all’interno di quel immenso e variopinto mondo che sono gli Stati Uniti, ma è anche un intelligente dramma che si addentra nei meandri delle mille scelte che ogni genitore deve fare dal momento in cui mette al mondo una creatura e degli errori di cui è (e sarà) ritenuto l’esclusivo responsabile. E il nostro Ben è un bersaglio perfetto: propendendo per uno stile di vita radicale, al primo contatto con la realtà consumistica, menefreghista, perbenista, standardizzata, sarà considerato da molti alla stregua di un folle e da alcuni, invece, come un eroe. I suoi piccoli sono colti e svegli ma non sono pronti alle emozioni e al bombardamento mediatico, quali saranno ora le conseguenze?
Come mai le migliori intenzioni sono spesso fonte di problemi? È possibile essere dei cattivi padri nonostante si siano cresciuti dei figli forti e sani, svegli e con doti non comuni? Cos’è che rende corrette solo le abitudini più diffuse? Siamo sicuri vi sia solo una via che conduca alla felicità? Queste son alcune delle domande che ci poniamo guardando quest’avventura spassosa, incalzante, quasi fantastica ma coi piedi sempre per terra. Mentre la pellicola mette in discussione l’essere genitori in quell’America in cui si abusa ogni giorno di Xbox, smartphone, grassi saturi, violenza e si ha una sorta di avversione per il buon senso, il nostro occhio europeo coglie un ulteriore dettaglio: quell’enorme nazione imperfetta è uno dei pochi posti dove ancora oggi se vuoi puoi condurre un’esistenza fuori dagli schemi senza impedimenti. Certo, poi, una volta fuori deve trovar il modo di rimanerci perché riconformarti non sarà operazione semplice, ma questa è un’altra storia…
Con tante ottime note che ne cadenzano il ritmo, con dialoghi fini e all’occorrenza pepati e con passaggi acuti che vorremmo aver annotato per utilizzarli nella prossima conversazione, Captain Fantastic è un americanissimo film indie fino al midollo, caldo ed emozionante come solo oltre oceano riescono a fare. Viggo Mortensen e i sei giovani co-protagonisti sono uno spasso e Matt Ross ci ha fatto sognare: questo è cinema.
Vissia Menza
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
Leave a Comment