In un giorno di proiezioni che hanno bisogno di sedimentare, in un venerdì 13 dal clima variabile in cui la pioggia ha rifatto capolino, nel Day 3 di Cannes 2016, la rassegna stampa è unanime: la protagonista di ieri, e dei titoli di oggi, è solo una e il suo nome è Jodie Foster.
L’attrice e regista che ha iniziato a recitare all’età di 3 anni, che è salita per la prima volta sulla Montées des Marches a soli 14 anni (con il film Taxi Driver), che ha vinto ben due premi Oscar® (nel 1989 con Sotto Accusa e tre anni più tardi per Il Silenzio degli Innocenti) ha presentato ieri, in anteprima, la sua ultima fatica dietro la macchina da presa, il thriller Money Monster. Una storia di finanza, di legge dell’audience, di umana (in)evoluzione in grado di incollare lo spettatore allo schermo e trascinarlo emotivamente in un giro sulle montagne russe grazie a due grandi attori e un montaggio esemplare (QUI la recensione).
Ma ieri è stata anche la giornata che l’ha vista protagonista di un altro evento importante: a lei è andato l’onore di aprire i Kering Women in Motion Talks di questo 2016. Women in Motion è una piattaforma che supporta le donne che operano nei vari settori dell’industry e, come già accaduto in passato, durante la kermesse cinematografica francese organizza una serie di incontri con esponenti del gentil sesso che hanno alle spalle storie di successo in un campo dove sono ancora in forte minoranza. E la prima conversazione intima, lontana dal caos festivaliero, non poteva avere ospite più illustre.
Sorridente, di proverbiale puntualità, con le idee chiare, la Foster ha esaminato con i presenti, e i follower di Twitter, il ruolo che hanno le donne nella settima arte. Le statistiche, infatti, mostrano numeri allarmanti: il 91% dei film della scorsa stagione sono stati diretti da uomini. E non ce ne siamo neppure accorti!
Partendo dall’assunto che parlare di quote rosa, in un campo in cui è in gioco la creatività, sia assurdo, si è cercato di comprendere quali possano essere i motivi di tanta discrepanza e cosa possa accadere in futuro. Alla fine ci si è resi conto che è tutto un fattore di abitudini, di potere, di denaro, di paure e fiducia. Mettetevi nei panni di un produttore che deve affidare un capitale, e rinunciare alla propria forza e autorità, ad una terza persona. Decidere nelle mani di chi riporre tutto questo non è semplice. La consuetudine vuole che sia un uomo a dirigere un lungometraggio destinato al cinema quindi perché andare controcorrente? Ed è cosi che oggi le opportunità più interessanti per le Signore arrivano dal piccolo schermo, un territorio in cui le cifre sono inferiori e, grazie ai tanti cambiamenti (tecnologici e non solo), c’è la possibilità di narrare grandi storie con superlativi cast e strepitosi guadagni (aggiungiamo noi).
Ripercorrendo la sua carriera costellata di successi, apportando esempi di situazioni toccate con mano, dando suggerimenti ad aspiranti cineasti, prima di chiudere, la regista ha condiviso anche piccoli aneddoti di gioventù (per esempio, la sua prima lavata di capo, avvenuta sull’unico set diretto proprio da una donna, Mary Lambert) e l’età in cui si rese conto di cosa volesse fare da grande: aveva sei anni e, per la prima volta, si trovò difronte a uomo che stava sia davanti sia dietro la macchina da presa (si trattava di Bill Bixby).
Alla fine, l’oretta è volata, la fiducia è andata alle stelle e la voglia del prossimo Talk si è fatta incontenibile.
Vissia Menza
n.d.r. ultima modifica il 15 maggio 2016, ore 15.00 : aggiunto link alla recensione del film Money Monster
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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