Il regista Tim Story, autore dei discussi cinecomic I Fantastici 4 e I Fantastici 4 e Silver Surfer (forse meno chiacchierato dell’ultimo adattamento di Josh Trank manomesso per altro dalla produzione), torna dietro la macchina da presa per riportare sul grande schermo una delle coppie più svitate d’America, quella formata da Ice Cube e Kevin Hart, nel sequel intriso di comicità e azione ‘non sense’ di Poliziotto in Prova.
Miami è controllata da un individuo ricco e potente di nome Antonio Pope (Benjamin Bratt), che gestisce il traffico della droga in tutto il paese. A seguire le indagini per sgominare il pericoloso criminale ci penseranno James Payton (Ice Cube) e il suo folle nonché inaffidabile cognato Ben Barber (Kevin Hart), coadiuvati dalla conturbante agente Maya (Olivia Munn). Nonostante i dubbi e le perplessità nei confronti del suo bizzarro socio (per via della sua inesperienza e irresponsabilità), James decide, seppur in modo riluttante, di accettare di lavorare insieme a Ben in vista del matrimonio con sua sorella Angela (Tika Sumpter). Ma la missione non sarà per nulla semplice e scontata, e Ben si caccerà inevitabilmente in un mare di guai.
Dopo lo strepitoso successo negli Stati Uniti della comedy action del 2014, il pubblico voleva a tutti i costi rivedere il duo protagonista in una nuova storia e il filmmaker californiano non li ha delusi, mettendosi subito al lavoro per realizzare il seguito. Purtroppo però, la pellicola si incanala lungo i binari dell’ordinario e, complice una stasi narrativa rafforzata da un plot inflazionato e privo di trovate originali e spirito d’inventiva, non riesce a bissare il risultato del suo predecessore, puntando tutto sulla messa in scena comica e la simbiosi farsesca costruita tra i due protagonisti. Un Poliziotto ancora in prova rispecchia l’andamento di una fetta preponderante del mercato cinematografico attuale, che sostiene e promuove prodotti d’intrattenimento in funzione del fanservice e del consumismo massivo dei fruitori.
La riproposizione di uno schema valido e rodato non sempre è sinonimo di garanzia e a sostenere la tesi è proprio il film di Story, che rimane ancorato agli archetipi del buddy movie poliziesco, senza tentare di esplorare una via differente rispetto a quella tracciata dalle opere più celebri del filone (con toni diversi) come la saga di Arma Letale e di Scuola di Polizia o i franchise di Beverly Hills Cop e Bad Boys. Non basta, quindi, qualche scena particolarmente indovinata per decretare l’esito positivo di un blockbuster che vive dell’eredità di Poliziotto in Prova e ne ricrea le medesime situazioni, sempre caotiche e confusionarie, esasperate da una forte dose di iperattività e stravaganza.
Il cast è perfettamente funzionale alle logiche del copione, in particolare Benjamin Bratt, capace d’infondere al suo personaggio un tocco d’astuzia malvagia che ogni buon antagonista dovrebbe avere.
Vera nota positiva (forse): le stupende panoramiche sui grattacieli di Atlanta e sulle immense spiagge di Miami.
Alberto Vella & Andrea Rurali
Recensione pubblicata anche su CineAvatar.it
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