Milano e Leonardo, un connubio che riporta alla mente i Navigli, Santa Maria delle Grazie, il Cenacolo, la Vigna nel giardino di Casa degli Atellani, le molte invenzioni custodite nel Museo della Scienza e della Tecnica, il monumento equestre a Ludovico il Moro e molto – molto – altro. Il genio di Vinci e il capoluogo lombardo hanno un legame difficile da sciogliere costruito in diciotto lunghi anni di convivenza. Un tour di opera in opera, un percorso tra i suoi capolavori, è in grado di suscitare stupore non solo nei turisti ma pure in chi è nato e cresciuto in città e sfiora con regolarità quei luoghi. Tanti gli spazi e i piccoli anfratti che devono il loro attuale aspetto (e splendore) al passaggio del grande inventore, studioso, architetto, scienziato, pittore, poeta, musico e pure botanico.
Non solo Navigli, quindi, e non solo Codice Atlantico. Leonardo eccelleva nelle varie scienze e in più di un’arte, aveva mille talenti ed è mondialmente considerato ineguagliabile, non deve stupire si possano rinvenire sue tracce in posti impensabili.
Il sodalizio tra una simile figura e il luogo che la ospitava fu alimentato anche dal fascino che all’epoca Milano sprigionava. Era uno dei pochi centri in Europa con più di centomila abitanti, era in costante evoluzione, era ricca e vi era fermento culturale. Era il posto ideale per dare sfogo a una fervida mente come quella di un uomo di scienza e arte del calibro del maestro da Vinci.
Durante i mesi di EXPO molte sono state le occasioni per ricordarci quanto la città debba al padre per eccellenza del Rinascimento Italiano. Per merito dell’esposizione universale, abbiamo potuto scoprire Casa degli Atellani e la sua Vigna; rivisitare il Cenacolo, guardandolo con occhi nuovi; e trascorre a Palazzo Reale un pomeriggio in compagnia delle tante testimonianze della sua grandezza e bravura, grazie alla mostra “Leonardo da Vinci 1452-1513”.
Ci sono però altri aspetti, e opere, che non si possono racchiudere in un museo. L’architettura e il dialogo che essa istaura con ciò che la circonda, i mille segni e le influenze esterne, le umane sfaccettature, i sentimenti, le emozioni, i racconti e le leggende.
Nell’ottica di proseguire la valorizzazione e promozione di una simile eccellenza RaiCom, Skira e Codice Atlantico hanno unito le forze per abbattere pareti reali e virtuali e portare su grande schermo la parte di storia, l’anima, le emozioni che non potevano essere mostrate a Palazzo (Reale). È nato cosi il docu-film Leonardo da Vinci IL GENIO A MILANO che grazie a Nexo Digital arriva oggi, domani e dopodomani (2 – 3 – 4 maggio 2016) nelle sale cinematografiche della Penisola, all’interno della rassegna “La grande Arte al Cinema” (un clic QUI per l’elenco delle sale).
Per rendere il viaggio ancor più coinvolgente, i protagonisti della permanenza milanese dell’artista, come Ludovico il Moro, Donato Bramante, il Salaì, solo per citarne alcuni, diventano reali grazie a noti attori (Alessandro Haber, Vincenzo Amato, Paolo Briguglia, Cristiana Capotondi e non solo) che con le loro performance ci permettono di cogliere momenti, emozioni, sfumature di quel mondo, della realtà vissuta da Leonardo. In taluni passaggi ci sarà un esperto in veste di Virgilio, in altri sarà invece un personaggio del tempo a svelarci segreti e dettagli di un’opera tra cui, per esempio, La Belle Ferronière, la Donna con l’ermellino, il San Giovanni Battista o l’Ultima Cena.
In una continua alternanza tra passato e presente, tra messe in scena e interviste, tra interni ed esterni, sfatiamo miti, scopriamo particolari e curiosità sino a ieri dimenticati e i motivi che hanno indotto Leonardo a (non) fare un ritratto o una costruzione oppure a decidere di lasciare la città.
Il film diretto da Luca Lucini e Nico Malaspina è un racconto quieto (ma non soporifero) che mescola realtà e finzione per andare oltre il tradizionale, polveroso, documentario. Senza mai scivolare nella fiction TV, Leonardo da Vinci IL GENIO A MILANO si concentra, in modo sobrio e fresco, sui tasselli meneghini di una figura emblematica e affascinante. Il risultato è un ritratto di uno scienziato brillante, di un pittore non sempre capito, di un autore amato e invidiato, di un uomo con le sue stranezze, passioni, ossessioni che non smetterà mai di stupire e sedurre.
Vissia Menza
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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