è una domenica qualsiasi, si intravede il sole rannicchiato dietro alle nuvole, partiamo alla volta della Reggia di Venaria nei pressi di Torino, il navigatore riconosce subito la destinazione ed esulta per la scelta, gliene parlavo sempre, vedrai prima o poi ci andremo, abbi pazienza, e finalmente il giorno è arrivato, siamo tutti felici, lui compreso, partiamo in tre ma molti altri si uniscono a noi con la mente in attesa dei nostri racconti e delle foto in diretta come solo in questi anni si può fare, una cosa è certa, sappiamo già tutti che torneremo arricchiti
il viaggio è piacevole, la strada libera e le chiacchiere intense
in un attimo siamo là
ci incamminiamo lungo le vie del seicentesco centro storico di Venaria Reale, un paesino dalle fattezze inaspettate, un intreccio di viuzze lastricate e abbellite da ristorantini tipici, negozietti alla francese, fioriere e rampicanti, un senso di quiete ci contagia immediatamente, quand’ecco apparire dinnanzi a noi la Reggia, cornice regale di una piazza immensa
un vero incanto
ci affrettiamo alla biglietteria fortunatamente poco affollata al mattino, ci sono tante combinazioni, la reggia, il giardino, la reggia e le mostre, la reggia e il giardino, ma noi vogliamo il pacchetto completo, abbiamo molto tempo davanti fino al tardo pomeriggio e vogliamo vedere tutto, non stiamo più nella pelle, facciamo il nostro ingresso con gli occhi sbarrati e i cuori ampi
ci guardiamo
e
sorridiamo felici
con il prezioso aiuto del personale la scaletta della giornata è pronta in un batter d’occhio, dapprima i Giardini e la mostra Anafora di Giuseppe Penone accanto alle imponenti installazioni dell’artista, un pranzo veloce, tre mostre L’arte della bellezza, i gioielli di GianMaria Buccellati, Fatto in Italia, dal Medioevo al Made in Italy e Le Belle Arti, alle ore 15 la visita guidata alla Reggia. La ciliegina sulla torta Il mondo di Steve McCurry e La Regia scuderia. Il Bucintoro e le carrozze regali.
il tempo tiene, la temperatura è ideale, camminiamo ammaliati lungo i vialetti dei Giardini inaugurati nel 2007 e ne apprezziamo il lodevole progetto di restauro, un’impresa eroica, abbandonati da decenni ora i loro tratti storici dialogano con le splendide opere contemporanee di Giuseppe Penone nel Parco basso, mentre la monumentale statua dell’Hercole Colosso domina il paesaggio orgoglioso della propria postazione e sembra invitarci a visitare le mostre, anch’esse meravigliose
sono le 15 ci affrettiamo al punto d’incontro e puntuale una guida volontaria ci racconta in due intensissime ore la storia della Reggia dalle sue origini, a metà del XVII secolo, quando il duca Carlo Emanuele II di Savoia e la duchessa Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours decidono di costruire un nuovo gioiello da aggiungere alle altre residenze attorno a Torino. Tanti altri aneddoti si assommano e ci calano nelle varie epoche fino ai giorni nostri
subiamo tutti il fascino dell’imponente complesso della Reggia, ben 80.000 metri quadri con 60 ettari di Giardini, un vero capolavoro dell’architettura e del paesaggio, dichiarato Patrimonio dell’Umanità nel 1997 dall’Unesco
vorremmo che la giornata non finisse mai
un ultimo sguardo alla Reggia, ai Giardini, ai boschi del Parco La Mandria e alla catena montuosa delle Alpi che incorniciano questo splendore mandandoci in estasi
ci avviamo alla macchina arricchiti dall’indimenticabile tuffo nel passato e con la gioia nel cuore
Elisa Bollazzi
Artista e scrittrice si diletta a trasformare in un flusso di parole la sua vita itinerante da una galleria a un museo da una sala cinematografica a un teatro da un incontro con l’autore a una biennale.
Inizia a scrivere a sei anni sotto l’amorevole guida dell’adorata maestra Luigia. Dapprima le vocali: 40 a 40 e 40 i 40 o 40 u in seguito le consonanti, 40 per ognuna e quindi tutte in fila. Di lì a poco vocali e consonanti abbracciate in mille modi all’apparenza indecifrabili: ab ac al am an ao ar as at au av az Ba bo bu Ca cc ci cr cu Da du Aa dd nn pp ss vv zz, inspiegabili suoni che d’un tratto trovano un senso e come d’incanto si trasformano in parole e pensieri. Elisa sa guardare, ascoltare, pensare e ora anche scrivere: il gioco é fatto!
Dal 1990 si dedica con devozione al suo Museo Microcollection
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