I FILM IN USCITA AL CINEMA IL 28 APRILE
Come ogni settimana, torna l’appuntamento con “Il Bello, Il Brutto, Il Cattivo”, la rubrica dinamica e veloce con consigli mirati, pungenti ed efficaci per guidarvi alla scoperta dei film più significativi e delle novità cinematografiche del momento.
FILM IN EVIDENZA
10 CLOVERFIELD LANE
di Dan Trachtenberg con Mary Elizabeth Winstead, John Goodman, John Gallagher Jr.
(thriller/ fantascienza)
In seguito a un incidente d’auto, la giovane Michelle, in fuga da un moroso violento, perde i sensi e si sveglia giorni dopo all’interno di un angusto bunker, dove un misterioso personaggio le rivela di averle salvato la vita e che l’intera umanità è stata sterminata da un attacco chimico-batteriologico. La ragazza, non riesce a credere alle parole dell’uomo e tenta la fuga per trovare risposte, ma la ricerca della verità sarà lunga e tortuosa più del previsto. In uno spazio ristretto, senza finestre e dipendendo solo dall’impianto di rigenerazione dell’aria, in totale solitudine, la convivenza riserverà tra gli sconosciuti non poche sorprese.
10 Cloverfield Lane è diretto dal Dan Trachtenberg e vede la cantautrice Mary Elizabeth Winstead (Kill the Messenger) protagonista. L’opera è un thriller claustrofobico con sviluppi inquietanti. Insieme a Michelle speriamo, soffochiamo e non crediamo ai nostri occhi. Ogni volta che iniziamo a rilassarci, dobbiamo ricrederci e fronteggiare il latente senso di colpa per aver pensato stesse per accadere il peggio. Ci sbagliavamo, il peggio doveva ancora arrivare. Credevamo fosse di serie B, invece il film è una sorpresa. Ai nostri occhi la parte finale è eccessiva ma è la più estrema, quindi potrebbe piacere a molti. Teso e inatteso.
THE DRESSMAKER – IL DIAVOLO è TORNATO
di Jocelyn Moorhouse con Kate Winslet, Judy Davis, Liam Hemsworth, Hugo Weaving, Sarah Snook
(drammatico/ sentimentale)
Una notte, a sorpresa, Myrtle “Tilly” Dunnag ritorna a casa, a Dungatar nella rurale Australia, per accudire la madre malata. La mattina in paese però l’accoglienza è gelida. Nonostante sia cresciuta, sia bellissima e indossi abiti su misura da favola, Tilly è tenuta a debita distanza dalla popolazione che la crede “maledetta” e colpevole di un reato impossibile da perdonare. La verità è che in quel paesino isolato, la gente è rozza, ha troppi scheletri nell’armadio e non conosce il rimorso. Rimangono quindi tutti ancorati alla propria diffidenza anche quando le Signore iniziano a fare la fila per un abito cucito dall’abile Myrtle.
Myrtle ha il volto gentile e il fisico della prorompente Kate Winslet, a suo agio mentre sfoggia capi di haute couture nella campagna australiana. Avvolta in panni assai differenti dagli ultimi che le abbia visto indossare (era la spietata Irina, capo della mafia kosher in Codice 999), la Winslet porta con disinvoltura sulle spalle la sorprendente pellicola diretta da Jocelyn Moorhouse. The Dressmaker è, infatti, un insolito mix tra commedia nera, dramma e sentimento, in cui l’effetto sorpresa è assicurato dai continui cambi di registro che, al posto di disorientare l’audience, conferiscono brio e rendono la trama curiosa e avvincente. Effervescente e audace.
LA FORESTA DEI SOGNI
di Gus Van Sant con Matthew McConaughey, Naomi Watts, Ken Watanabe
(drammatico)
Sconvolto dal dolore, Arthur Brennan (Matthew McConaughey) prende un aereo e vola in Giappone con lo scopo di andare nella foresta di Aokigahara, un luogo tristemente noto come meta di chi vuole farla finita. Isolato, incontaminato, rigoglioso, il bosco è un trionfo di bellezza ma anche il posto ideale in cui perdersi e far perdere le proprie tracce. Appena varcata la soglia, infatti, Arthur non trova più via d’uscita ma incontra Takumi Nakamura (Ken Watanabe), una persona altrettanto smarrita, ferita e bisognosa di aiuto che lo porta a ponderare sotto una nuova luce le sue scelte. Incapace di abbandonare Takumi, l’uomo usa le ultime energie per salvarlo.
La foresta dei sogni (The Sea of Trees, in originale) è il nuovo lavoro di Gus Van Sant, presentato in concorso lo scorso anno al Festival de Cannes, che già dopo poche ore aveva imboccato il viale del tramonto. I primi a perdersi nel bosco sembrano essere proprio il regista e il suo sceneggiatore Chris Sparling. Tra forzature oniriche, colpi di scena che non colpiscono (e inducono sonnolenza), e una regia che non fa faville, nulla può il tris di attori da Oscar e la sontuosa natura che li circonda. Unico pro è la sua abilità d’inculcarsi nella vostra mente e lasciarvi un senso si tristezza che non dimenticherete neppure dopo tanti mesi. Con poco mordente.
LO STATO CONTRO FRITZ BAUER
di Lars Kraume con Burghart Klaußner, Ronald Zehrfeld, Sebastian Blomberg, Lilith Stangenberg
(biografico/ drammatico)
Nella Germania degli anni ’50 non si parlava di nazismo. Molte persone, soprattutto i giovani, non sapevano cosa fosse realmente accaduto 15/20 anni prima. Era lo stesso Stato a nascondere il proprio passato e molti nazisti di fatto continuavano a condurre una vita libera. Nonostante regnasse il silenzio, non tutti erano disposti a lasciare correre. Tra loro, in prima linea, vi era il procuratore Fritz Bauer, un uomo d’un pezzo pronto anche a scendere a patti col Mossad e farsi perseguire come traditore della patria, pur di prendere Adolf Eichmann e i suoi compagni.
Il signor Bauer è realmente esistito, fu una figura scomoda che venne bistrattata, dimenticata e solo dal 1978 riscoperta. Lo Stato contro Fritz Bauer gli rende onore ed è stato il primo film a mettere tutti d’accordo al Festival del film Locarno 2015, innescando un virtuoso passaparola. È una pellicola sorprendente che s’inchina a una persona che nonostante abbia fatto molto è scivolata per troppo tempo nell’oblio. Senza far leva sui sensi di colpa, indurre il piagnisteo ed evitando immagini viste più e più volte, il lungometraggio diretto da Lars Kraume è delicato e convincente, usa toni cupi ma non opprimenti e sfrutta la vena poliziesca per rendere squisita questa storia d’integrità e derminazione. Sorprendente ed equilibrato.
BENVENUTI… MA NON TROPPO
di Alexandra Leclère con Karin Viard, Valérie Bonneton, Didier Bourdon, Michel Vuillermoz, Josiane Balasko, Patrick Chesnais, Firmine Richard
(commedia)
A distanza di tre anni da Maman, Alexandra Leclère torna al cinema con Benvenuti…ma non troppo, commedia francese che ironizza con sapienza e acume narrativo su un tema di forte attualità come quello dell’accoglienza. A causa di un inverno rigido e lungo, il governo francese decide di adottare delle misure speciali che impongono ai cittadini proprietari di appartamenti con stanze libere di ospitare le persone più disagiate che non riescono a permettersi un alloggio. Il panico si scatena subito in tutta la Francia, in particolar modo nell’abitazione di rue du Cherche Midi 86, dove sorge uno sfarzoso palazzo dell’area più esclusiva e raffinata del centro di Parigi. Nel sito lussuoso risiedono la famiglia Dubreuil (Karin Viard e Didier Bourdon), altolocata e conservatrice, e i coniugi Bretzel (Valérie Bonneton e Michel Vuillermoz), intellettuali e radical chic.
Ma la tranquilla e monotona routine dei benestanti inquilini del condominio verrà interrotta dalla coabitazione forzata con i nuovi arrivati che metteranno a nudo il loro vero carattere nel tentativo di dimostrarsi solidali. Ancorato agli stereotipi creati dalla nostra società, Benvenuti…ma non troppo è un concentrato di idee e situazioni grottesche confezionate argutamente dalla regista per offrire al pubblico un prodotto divertente e dinamico che manifesta il suo côté provocatorio e traccia un resoconto sull’epoca in cui viviamo. Vivace.
SOLE ALTO
di Dalibor Matanic con Tihana Lazovic, Goran Markovic, Nives Ivankovic, Dado Cosic, Stipe Radoja
(drammatico)
Applaudito al Festival di Cannes 2015 e premiato dalla giuria della sezione Un Certain Regard, Sole Alto è l’ultima struggente fatica di Dalibor Matanić che racconta la storia d’amore tra un giovane croato e una ragazza serba. Sullo sfondo ruvido e agghiacciante di due paesi balcanici avvelenati dalla guerra, il regista sviluppa la narrazione lungo lo spazio di tre decenni consecutivi (1991-2001-2011) dipingendo un quadro realistico dalle forte atmosfere e dalla indulgenza emotiva che scava nei meandri più profondi dell’animo dei protagonisti, straordinariamente interpretati nei tre lassi temporali da Tihana Lazović e Goran Marković.
Testimone diretto dell’intolleranza sociale, politica, religiosa ramificata nella sua terra, Matanić si avvale degli stessi villaggi come orizzonti viscerali e degli stessi attori come emblema di periodicità per stimolare una riflessione su quanto l’amore elevato sopra ogni cosa possa infondere fiducia e speranza, raccontando le infinite difficoltà, la miseria, il dolore e gli effetti devastanti che il conflitto bellico ha provocato per anni. A distanza di 20 anni dall’Accordo di Dayton che pose fine alla guerra dei Balcani, Sole Alto rappresenta un inno alla vita che parla di ieri, oggi e domani e, grazie alla cooperazione tra Croazia, Slovenia e Serbia, prosegue il cammino di riformazione e rifondazione culturale in atto nell’ex Jugoslavia. Ardente e intenso.
APPENA APRO GLI OCCHI – Canto per la libertà
di Leyla Bouzid con Baya Medhaffer, Ghalia Benali, Montassar Ayari, Aymen Omrani
(drammatico)
Reduce dal successo alle Giornate degli Autori alla Mostra del Cinema di Venezia, la giovane artista tunisina Leyla Bouzid, figlia di Nouri Bouzid, esordisce alla regia con Appena Apro gli Occhi, una pellicola profonda e decisa che esprime il desiderio e la volontà di una diciottenne di esplorare il mondo, scoprire l’amore e lasciarsi trasportare dalle emozioni. Farah (Baya Medhaffar) si è appena diplomata con il massimo dei voti e la sua famiglia sogna di vederla medico, spingendola ad iscriversi alla facoltà di Medicina. I suoi piani per il futuro, però, sono altri: la passione per il musica è molto più grande di quella per lo studio tanto che interpreta i brani di Borhène (Montasser Ayari) e canta in un gruppo politico rock.
Ambientato a Tunisi nel 2010, pochi mesi prima dell’inizio della rivoluzione, il film trasmette un forte messaggio di speranza e libertà, di riscatto e rivalsa, nei confronti di un paese accecato dalla censura e dalla corruzione che impone il suo diktat ai cittadini. Farah vuole ad ogni costo essere una cittadina attiva, partecipe della routine sociale e impegnata in difesa delle libertà civili, senza però rinunciare a divertirsi e vivere i suoi sentimenti con estrema semplicità e nella più totale normalità. Appena Apro gli Occhi ha ottenuto numerosi riconoscimenti in festival internazionali, come il Tanit di bronzo ed il Premio Fipresci per il miglior film alle Giornate cinematografiche di Cartagine/Tunisi 2015, il Bayard d’Or nella categoria opere prime al Festival del cinema francofono di Namur 2015, il Premio “Muhr” best fiction film award al Festival Internazionale di Dubai 2015 e tre premi al Festival del cinema mediterraneo di Bruxelles 2015. Tenace.
LA COPPIA DEI CAMPIONI
di Giulio Base con Massimo Boldi, Max Tortora, Matthew Reynolds, Massimo Ceccherini, Anna Maria Barbera, Pia Lanciotti, Enzo Casertano
(commedia)
Massimo Boldi e Max Tortora debuttano in coppia per la prima volta sul grande schermo nella nuova commedia di Giulio Base La Coppia dei Campioni. Auto-compiaciuto dagli infiniti calembour, dalle assonanze e dai giochi di parole, il film ripropone il canovaccio tradizionale e ormai consumato della commedia made in Italy degli anni ’90, che Boldi ha vissuto da protagonista assoluto diventando uno degli esponenti più brillanti e esuberanti del genere, insieme all’indimenticabile compagno d’avventura Christian De Sica.
Sostenuti da una regia agile e spensierata, i due protagonisti trovano il giusto spazio all’interno di una storia giocata sui classici stereotipi nord e sud e troppo fossilizzata su gag e situazioni déjà-vu. Piero Fumagalli (Boldi) e Remo Ricci detto “Er Zotta” (Tortora) sono due dipendenti di una multinazionale che vincono alla lotteria aziendale due biglietti per la finale di Champions League. Uno milanese doc, ricco e benestante; l’altro romano verace, ruspante e nullatenente, si incontrano all’imbarco per Praga e da subito scatta l’antipatia. Per una serie di circostante avverse, l’aereo è costretto ad effettuare un atterraggio di emergenza in Slovenia e i due si trovano così a condividere una serie di disavventure tra litigi, ripicche e armistizi. Una parabola farsesca che fa leva sulla comicità prorompente e surreale del duo Tortora-Boldi. Improbabile on the road.
FUGA DAL PIANETA TERRA
di Cal Brunker con le voci originali di Brendan Fraser, Jessica Alba, Sarah Jessica Parker
(animazione, avventura, commedia)
Scorch Supernova è il più famoso astronauta ed esploratore intergalattico del pianeta Baab, un vero e proprio eroe per la sua gente, merito anche dell’aiuto del fratello nerd di nome Gary, responsabile dei progetti e delle missione della BASA. Un giorno accade qualcosa di inaspettato: il capo della BASA, Lena, intercetta un messaggio di SOS da un “Pianeta oscuro”, noto anche come Terra, e Scorch decide di avventurarsi in una missione senza precedenti che lo porterà ai limiti dell’universo, nonostante il parere contrario del fratello, diffidente e per nulla propenso a partire per un viaggio estremamente pericoloso.
Diretto dallo storyboard artist di Cattivissimo Me e Minions, Callan Brunker, Fuga dal Pianeta Terra è una commedia d’animazione per famiglie che trae ispirazione da una storia di Tony Leech e Cory Edwards. Il film segna il debutto sul grande schermo dello studio d’animazione Rainmaker Entertainment, fondata circa 20 anni fa a Vancouver e attiva principalmente nel settore direct-to-video (Barbie). Attingendo in termini visivi dalle opere realizzate da Pixar e Dreamworks e fondendo nel design dei personaggi il look dei protagonisti di Toy Story, Megamind e Monster’s & Co.), l’opera di Brunker è un prodotto semplice ed onesto che non brilla per le trovate tecniche o per la sceneggiatura (essenziale) ma riesce attraverso una serie di gag simpatiche e tormentoni divertenti a trovare la ritmo ideale per distrarre il pubblico e conquistare il cuore dei bambini. Piacevole.
ZETA – Una Storia Hip Hop
di Cosimo Alemà con Diego Germini, Irene Vetere, Jacopo Olmo Antinori, Salvatore Esposito, Clementino, Francesco Siciliano, Aldo Vinci, Fedez, J-Ax, Martin Chishimba, Eradis Josende Oberto
(musicale, drammatico)
Alex/Zeta (Diego Germini), Gaia (Irene Vetere) e Marco (Jacopo Olmi Antinori) sono tre amici che vivono nella periferia di Roma e sognano di abbandonare il luogo in cui sono cresciuti per sfuggire dalla sorte che la società ha riservato loro. Alex ha una grande passione per la musica, in particolare per il rap, e vuole diventare famoso. Il suo desiderio diventa improvvisamente realtà ma ben presto dovrà scontrarsi con qualcosa di completamente nuovo ed effimero: il successo.
Zeta è una storia hip hop di formazione, di amore, amicizia e riscatto; un film che scava nello spaccato odierno del rap italiano alla ricerca di un rivalsa attraverso la musica. L’idea che sta alla base dell’ultima fatica di Cosimo Alemà è sicuramente radicata in un immaginario giovanile caratterizzato dalla ribellione adolescenziale; il rap vuole dare voce ad una generazione frustata e arrabbiata con uno stato che non li considera o peggio ancora tende a omologarli. Zeta è una vetrina per conoscere meglio una realtà nostrana con un’impronta molto decisa, basata su svariati approcci e stili d’espressione. Coraggioso.
Vissia Menza & Andrea Rurali
Articolo pubblicato anche su CineAvatar.it
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