Codice 999, quando la lealtà chiama

 

È mattina, forse; siamo ad Atlanta, sicuramente; quella che vediamo è una rischiosa rapina in banca. L’azzardo riesce, la fuga pure; l’inseguimento è lungo ed estenuante. Gli imprevisti si susseguono mentre scopriamo il dramma che affligge quel manipolo di uomini. Perfettamente addestrati, tutti corrotti, non del tutto convinti, i “magnifici cinque” sono costretti a compiere colpi poco assennati per salvare uno di loro, un fratello in scacco della malavita russo-israeliana. Questa frangia silenziosa e potentissima della cosiddetta mafia kosher, tanto discreta quanto letale, per mano della spietata Irina (Kate Winslet), fa infatti leva sulle conseguenze di un amore sbagliato per ottenere favori impossibili. La posta in gioco è alta per tutti e noi ci ritroviamo, insieme a Michael (Chiwetel Ejiofor), Marcus (Anthony Mackie), Gabe (Aaron Paul), Russell (Norman Reedus) e Franco (Clifton Collins Jr), imbrigliati in un vortice di sensi di colpa e sangue, da cui non pare esserci scampo se non con l’ausilio di un Codice 999. Il dubbio è: sino a che punto è giusto spingersi per salvare un compagno? Quando la lealtà si tramuta in follia?

Queste sono solo alcune delle domande che ci poniamo dopo la visione di uno dei migliori crime thriller degli ultimi anni, Codice 999. Il film, approdato da poche ore nei cinema, è un fantastico poliziesco che unisce sapientemente l’anima polar, cupa, con una forte impronta drammatica, all’azione dura e cruda, che non rinuncia a mostrare ciò di cui è capace l’essere umano. Dalle battaglie di strada alle azioni sconsiderata dei nostri (anti)eroi, dalla corruzione alla disperazione. Questi esseri imperfetti, con troppi demoni da sconfiggere, riescono a tenerci sulla corda sino alla fine.

Una scena del film Codice 999 – Foto: M2Pictures

Una storia in cui tutti hanno da perdere che si svela fotogramma dopo fotogramma senza mai smettere di sorprenderci. Con un cast in stato di grazia (Kate Winslet in versione Lady Macbeth e Woody Harrelson più sballato che mai, sono memorabili); rinunciando alle note metropoli in favore di una location meno inflazionata tutta da scoprire come Atlanta; e propendendo per dei cattivi poco rappresentati sul grande schermo come la mala russo-israeliana; John Hillcoat confeziona una pellicola in cui non manca nulla. Grazie, infatti, all’esplosiva sceneggiatura di Matt Cook – qui al suo debutto (!) – il ritmo è da brividi e i protagonisti hanno anime contrite, perse o redente che provocheranno non pochi dilemmi in chi guarda. Ci sono i buoni, gli irrimediabilmente cattivi, e quelli simpatici che non è detto siano onesti e/o vittime involontarie degli eventi. C’è solo da scegliere da chi lasciarsi sedurre senza provare sensi di colpa.

Ho sempre associato John Hillcoat ai videoclip dei Depeche Mode, dei Placebo e di Nick Cave, non ho visto per scelta The Road (ho amato troppo il libro), sono rimasta colpita dall’intensità del suo Lawless, in concorso al Festival de Cannes 2012. Allora non ebbe molta fortuna, oggi è in sala con una nuova fatica e la magia è la medesima. Codice 999 è un gran film di quelli che mancavano da molto tempo su grande schermo: è teso, intenso, scorretto e perfetto. Da vedere.

Vissia Menza

 

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