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Il cinema piange oggi la scomparsa di Guy Hamilton (93 anni), regista britannico classe 1922, celebre per aver realizzato quattro film su James Bond, lavorando insieme ad attori del calibro di Sean Connery e Roger Moore.

Il suo esordio nell’universo di 007 avviene nel 1964, anno in cui esce nelle sale Agente 007 – Missione Goldfinger, terzo lungometraggio della serie interpretato da Connery e anche il primo Bond Movie a vincere un Oscar per i migliori effetti sonori (Norman Wanstall). Sette anni più tardi tornò a dirigere il divo scozzese in Agente 007 – Una cascata di diamanti, nel suo ultimo film nei panni dell’agente segreto con licenza di uccidere, prima di abbandonare l’identità del personaggio a favore di Roger Moore.

Photo di Alistair Rhythm su Flickr

Negli anni successivi dirige Agente 007 – Vivi e lascia morire (1973) e Agente 007 – L’uomo dalla pistola d’oro (1974) con l’impeccabile Moore, chiudendo così la sua avventura nel filone di 007 ispirato ai romanzi di Ian Fleming.

Dagli esordi alla fine degli anni Quaranta come assistente alla regia di Julien Duvivier in Anna Karenina e di Carol Reed in Idolo Infranto e Il Terzo Uomo (dove appare nella vesti di controfigura di Orson Welles) alla consacrazione definitiva nei decenni seguenti, Hamilton ha girato 22 pellicole in quarant’anni di carriera: L’Uomo dai Cento Volti (1952) a Manuela (1957), Il Discepolo del Diavolo (1959), I Due Nemici (con David Niven, 1961), Funerale a Berlino (con Michael Caine, 1966), I Lunghi Giorni delle Aquile (1969), Forza 10 da Navarone (con Harrison Ford, 1978), Assassinio allo Specchio (con Tony Curtis, Angela Lansbury e Rock Hudson, 1980), Delitto sotto il Sole (con Peter Ustinov, Maggie Smith e James Mason, 1982), Se ti piace… vai… (1989), l’ultima opera della sua filmografia.

Un artista memorabile che ha contribuito con il suo stile deciso e brillante a dar lustro alla saga di 007, entrando nell’immaginario collettivo grazie e soprattutto all’iconico Goldfinger.

Tra i messaggi di cordoglio, emblematiche le parole di Roger Moore, “Incredibilmente rattristato” per la triste notizia:

Andrea Rurali
Articolo pubblicato anche su CineAvatar.it