entro in sala mi siedo e mi ritrovo intrappolata nelle grinfie di un Dio in vestaglia, trasandato, cinico che dal suo computer controlla tutti gli eventi dell’umanità
dapprincipio sorrido nel riconoscermi anch’io vittima di una legge di Murphy divinizzata, ma poco dopo ne sono infastidita, così come chi mi sta intorno, mi pare di intuire dall’irrequietezza nell’aria e da un disagio palpabile
quanta malvagità
proviamo tutti tenerezza per la povera moglie umiliata e comprensione per Ea, la figlia maltrattata che si ribella al padre manomettendogli il computer e rivelando a tutti gli abitanti della Terra la loro data di morte con le inevitabili conseguenze. Ea riesce a fuggire dalla decennale prigionia per trovare una sua vera dimensione nella realtà di tutti giorni, siamo tutti con lei, la incitiamo mentalmente, scappa, forza, trascinati giù nel cestello senza fondo della lavatrice, brava, ce l’hai fatta, con un balzo sei tra noi, subito alla ricerca di quei 6 nuovi apostoli che l’amato fratello ti ha suggerito di trovare
il padre ovviamente la insegue per rimediare ai danni
la trama prosegue fitta di improbabili eventi grotteschi, gag inverosimili, umorismo innaturale, metafore, riferimenti cinefili, uno dietro l’altro, più spesso uno sull’altro, ci manca il tempo di fiatare, sono in balia di un vortice fagocitante tra immagini e situazioni pseudo dada, l’inganno c’è, non voglio cadere nella trappola, dada era ben altra cosa
la trama assume le sembianze di un albero da potare
è troppo
basta
lasciateci
respirare
il padre trova Ea e qualcosa accade ma mi distraggo origliando una conversazione tra i miei vicini
cosa ti viene in mente pensando ai numeri 6 12 e 18 ?
la tabellina del 6
sorrido, sorridiamo, una risata soffocata colpisce un po’ tutti noi lì intorno, penso anch’io alla risposta e mi sovviene un cruciverba di qualche mese fa, molto simile, difficile da completare, sei erano le lettere, la prima una C, la terza una B e la sesta una A, forse la quinta una L mi suggeriva mia figlia, ricordo, mi verrà in mente, questi numeri hanno qualcosa di inquietante
sento la paura sulla pelle
6
12
18
nel frattempo il film finisce e usciamo tutti con reazioni come al solito così contrastanti da non capirne la ragione, so che avrò un sonno disturbato e la settimana in attesa della prossima proiezione sarà appesantita da questo fardello
Elisa Bollazzi
n.d.r. A questo LINK potete leggere la recensione scritta in occasione dell’uscita al cinema del film
Artista e scrittrice si diletta a trasformare in un flusso di parole la sua vita itinerante da una galleria a un museo da una sala cinematografica a un teatro da un incontro con l’autore a una biennale.
Inizia a scrivere a sei anni sotto l’amorevole guida dell’adorata maestra Luigia. Dapprima le vocali: 40 a 40 e 40 i 40 o 40 u in seguito le consonanti, 40 per ognuna e quindi tutte in fila. Di lì a poco vocali e consonanti abbracciate in mille modi all’apparenza indecifrabili: ab ac al am an ao ar as at au av az Ba bo bu Ca cc ci cr cu Da du Aa dd nn pp ss vv zz, inspiegabili suoni che d’un tratto trovano un senso e come d’incanto si trasformano in parole e pensieri. Elisa sa guardare, ascoltare, pensare e ora anche scrivere: il gioco é fatto!
Dal 1990 si dedica con devozione al suo Museo Microcollection
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