In concorso al Festival del cinema Africano, d’Asia e America Latina 2016 anche un’opera in arrivo dal lontano Perù: Rosa Chumbe, storia di Rosa, una donna di mezza età, sola e solitaria, un’imbronciata e sonnecchiante agente di polizia che vive con la figlia e il nipotino. Rosa ha il vizio del gioco e la brutta abitudine di alzare il gomito. La sua quotidianità non è un sogno ad occhi aperti e la donna annega la disperazione in un silenzioso insieme di errori illudendosi di avere tutto sotto controllo. Il giorno in cui la figlia scompare, Rosa, che non sorride mai ed è appena stata sospesa, si ritrova a dover badare oltre a sé stessa anche al bimbo e le “sorprese” non tarderanno ad arrivare.
Esordio nel lungometraggio di Jonatan Relayze Chiang, il film descrive l’inesorabile discesa in un inferno dantesco della protagonista, una donna alla quale la vita ha regalato così tanta mortificazione da non ravvedere più gioia o speranza. Anestetizzata dalla routine, dal gioco e soprattutto da litri di superalcolici, Rosa raggiunge ben presto un grado d’incoscienza tale da avere bisogno di un miracolo per riuscire a salvarsi. Non stupisce quindi che la giovane figlia sia alla deriva e presto sparisca non preoccupandosi delle conseguenze delle proprie azioni.
La pellicola del regista cino-peruviano, nonostante gli stringati dialoghi e un supporto musicale ridotto, gode di un ritmo invidiabile e riesce mirabilmente a trasportare lo spettatore nella misera dimora di quell’anima persa, a fargli avvertire uno strano odore di aria stantia e pannolini da cambiare, e a fargli notare con fastidio crescente il respiro alcolico della protagonista. Fastidio, appunto, incredulità, perdita di pazienza e un pizzico speranza, sono le sensazioni che assalgono chi s’immerge nel film grazie anche alla bravura di Liliana Trujillo (la nostra Rosa), attrice dalla solida carriera alle spalle, in grado di reggere da sola la responsabilità di una storia dura e complessa, specchio di problemi senza confini.
Cupo nei colori, claustrofobico nelle situazioni e nei luoghi, Rosa Chumbe è consigliato a chi ama le odissee di persone tenaci, imperfette e sofferenti, simbolo di un disagio più ampio. Un titolo da maneggiare con molta cura in caso di amore spasmodico verso i fantastici giocattoloni made in USA.
Vissia Menza
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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