Si è spento oggi a Milano uno degli storici interpreti della commedia italiana: Riccardo Garrone.
Nato a Roma, il 1° novembre 1926, l’attore è entrato da subito nell’immaginario collettivo incarnando numerosi ruoli al cinema, in teatro, in televisione e in note campagne pubblicitarie. Il suo volto gentile, l’espressione garbata, e quel velo di furbizia e alone umoristico che donava ai suoi personaggi, lo hanno resto popolare tra la gente diventando un volto storico della cultura e del costume tricolore.
Nei cinquantanni di carriera, Garrone ha collaborato con maestri del calibro di Federico Fellini, Dino Risi, Ettore Scola, Luigi Zampa, Damiano Damiani, Nanni Loy e Mario Monicelli. Dopo aver frequentato l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico nel 1949, il suo esordio sul grande schermo avviene nello stesso anno sotto l’egida di Mario Mattoli che lo scrittura per Adamo ed Eva e successivamente per Due notti con Cleopatra (1953).
Grazie alla sua innata ironia e alla notevole presenza scenica, dà vita negli anni ad una serie di interpretazioni comiche indimenticabili tra cui il prete don Fulgenzio in Venezia, la luna e tu, il gioielliere Franco in Belle ma povere, il poliziotto in Guardia, guardia scelta, brigadiere e maresciallo di Mauro Bolognini, il geometra Calboni in Fantozzi subisce ancora (ruolo che fu di Giuseppe Anatrelli negli precedenti film della saga di Fantozzi) e l’avvocato Covelli in Vacanze di Natale.
Poliedrico e versatile, lavora anche in pellicole d’autore e film di genere, spaziando dal dramma alla commedia sexy, dal western ai poliziotteschi, dall’horror alle parodie: recita ne Il Vigile e La Dolce Vita di Federico Fellini, in Padri e Figli e ne Il Medico e Lo Stregone di Mario Monicelli, ne La Romana di Luigi Zampa, nell’opera drammatica di Pietro Germi Il ferroviere, poi in Caccia all’uomo di Riccardo Freda, nel lungometraggio La Rimpatriata di Damiano Damiani, in Due mattacchioni al Moulin Rouge di Carlo Infascelli, e ancora in Se permettete parliamo di donne di Ettore Scola, nell’horror 5 tombe per un medium di Massimo Pupillo, nei due western del fratello Sergio Garrone Se vuoi vivere… spara! e Una Lunga Fila di Croci, nella commedia Giovannona Coscialunga disonorata con onore Sergio Martino, Il medaglione insanguinato di Massimo Dallamano Lucio Fulci, Marino Girolami, Sergio Corbucci, Mariano Laurenti, Alfonso Brescia, Michele Massimo Tarantini, Enzo G. Castellari, Alberto Lattuada, Neri Parenti e i fratelli Vanzina.
Un artista memorabile che ha conquistato il pubblico con la sua brillante e infinita spontaneità, entrando di diritto nell’olimpo delle grandi icone del cinema italiano.
Andrea Rurali
Articolo pubblicato anche su CineAvatar.it
Appassionato di Star Wars e cultore della settima arte, conoscitore del western italiano e del cinema tricolore, sempre aggiornato sulle ultime cine-frontiere e produzioni internazionali (con predilezione per l’Oriente), Andrea è il fondatore del portale CineAvatar.it