Siamo agli sgoccioli, i primi comunicati stanno tirando le somme di un’ottima annata. Nonostante il chiacchiericcio da corridoio, la 66° edizione della Berlinale è stata caratterizzata da un alto livello delle opere selezionate al punto da spiazzare l’intellighenzia. I pronostici si basano sui propri gusti personali e sull’apprezzamento letto negli occhi dei vicini di poltrona. D’altro canto i contendenti sono Alex Gibney (premio Oscar per il documentario Taxi to the Dark Side), Thomas Vinterberg (premio della giuria a Cannes con Festen), Lav Diaz (vincitore del Pardo d’Oro a Locarno 2014), Mia Hansen-Løve (premio speciale della giuria di Un Certain Regard a Cannes 2009), Gianfranco Rosi (Leone d’Oro a Venezia con SacroGRA), André Téchiné (vincitore a Cannes e membro della giuria nel 1999) e Danis Tanović (premio Oscar per il miglior film straniero con No Man’s Land). E questi sono solo alcuni esempi.
In attesa di scoprire chi agguanterà l’Orso d’Oro, ecco qualche numero.
Come ogni anno, il festival berlinese si riconferma una kermesse tra le più amate dal pubblico. A ieri i ticket venduti erano 310.000 (!) Si parla di circa 7.200 visitatori che hanno partecipato a 30 eventi in una settimana. Le proiezioni sono state più di 2500 e durante questo weekend si potrà rivedere la maggior parte delle pellicole sotto i riflettori.
Quali opere rivedere?
Partiamo dal nostro personalissimo podio. Nel nostro immaginario dovrebbero vincere (e quindi non si può lasciare Berlino senza la visione): Isabelle Huppert per L’Avenir ex aequo con Trine Dyrholm per La Comune; Kacey Mottet Klein come migliore attore e André Téchiné miglior regista per Quand on a 17 ans. Per quanto riguarda il trofeo inesistente, quest’anno vince il premio “film noioso ma divertente” Des nouvelles de la planète Mars, per nostra fortuna fuori competizione. Tante le battute che hanno provocato ilarità nel nuovo lavoro di Dominik Moll ma ritmo lento e sceneggiatura priva di grandi accadimenti l’hanno reso un paradosso. Tanta è stata la monotonia quante sono state le improvvise risate.
Tra le proiezioni da non perdere oggi, merita una segnalazione anche Indignation della sezione Panorama. Un lungometraggio elegante, dolce, con un ottimo ritmo, che ci porta nel cuore di un giovane innamorato destinato a scontrarsi con il perbenismo e l’ottusità dell’America anni ’50. Siamo al Winesburg College in Ohio, Marcus Messner, figlio di un macellaio kosher, è al primo anno di università. Poco incline al cameratismo, il ragazzo si getta nello studio. Un giorno però incontra Olivia Hutton, la invita a uscire e la disinvoltura della giovane gli provoca un conflitto interiore senza eguali. Tratto dall’omonimo romanzo di Philip Roth, il film vede Logan Lerman (Noah, Fury) e Sarah Gadon (Antiviral, Maps to the Stars) nei panni dei due innamorati. Per essere un esordio in regia, dello sceneggiatore e produttore James Schamus (famoso per il suo sodalizio con Ang Lee, sua è la sceneggiatura de La Tigre e il Dragone), è di una raffinatezza, attenzione e precisione da metterci in pace con il mondo.
Ora non ci resta che contare i minuti alla cerimonia di questa sera. Appuntamento alle 19.00!
Vissia Menza
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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