la locandina è variopinta
la sala
buia
e
i nostri animi effervescenti
avvinghiati a Damiano e Chiara in sella a uno scooter che scorrazza spedito rasente i muri bianchi lungo i vicoli di Polignano a Mare, ho i brividi, sollevo un ginocchio, rannicchio una spalla, ondeggiamo tutti a sinistra e poi a destra in sintonia con le svolte, gli occhi curiosi spaziano in tutte le direzioni a caccia di qualche abitante, ne basterebbe anche uno solo accucciato su una seggiola accanto a una porta colorata o chissà di rientro a casa, ma non c’è anima viva così ci godiamo la quiete in attesa dello svolgersi degli eventi, sentiamo il profumo della salsedine e dei fiori tra un susseguirsi di panorami mozzafiato
abbiamo
tutti
un’improvvisa
voglia di mare
ah
la Puglia
che
meraviglia
la trama è intrigante, a tratti scontata, gli attori impeccabili, uno più bello dell’altro, gioia per gli occhi e felicità per le orecchie, si ride sempre di gusto tranne quando, ahimè, entra in scena direttamente da Pinerolo quella voce sgradevole, una macchia sulla camicia bianca, ma come è possibile, è solo giovedì sera, la fine settimana è ancora lontana, mi sto spazientendo, decido di alzarmi e di andarmene quando un viso armonico viene in mio soccorso riportando la pace sullo sfondo di una costa incantevole, spiagge dorate, case arroccate a picco sul mare, l’amore negli occhi, un matrimonio da organizzare, i malintesi, i tradimenti, le debolezze, mi sento subito meglio, ma per poco, a intervalli regolari torna quella voce stridula che mi toglie il fiato e raggrinza la pelle, eppure c’è gente in sala che ride di gusto
mi
starò
forse
sbagliando
ormai ci sentiamo parte di questa grande famiglia meridionale costellata da simpatici nomi e nomignoli Ninella, Mimì, o meglio Don Mimì, Damiano, Chiara, Franco, Matilde, Pascal, Daniela, una bella combriccola alla ricerca di autenticità ad ogni costo
le vicende scorrono veloci e inevitabili trascinandomi in luoghi inesplorati della mente e facendomi versare qualche lacrima di nostalgia, mi guardo intorno, una nostalgia collettiva, quanti occhi lucidi
tutto è bene quel che finisce bene
credo proprio l’estate prossima una capatina in Puglia la farò
grazie
Marco Ponti
per
l’inconsapevole suggerimento
Elisa Bollazzi
Artista e scrittrice si diletta a trasformare in un flusso di parole la sua vita itinerante da una galleria a un museo da una sala cinematografica a un teatro da un incontro con l’autore a una biennale.
Inizia a scrivere a sei anni sotto l’amorevole guida dell’adorata maestra Luigia. Dapprima le vocali: 40 a 40 e 40 i 40 o 40 u in seguito le consonanti, 40 per ognuna e quindi tutte in fila. Di lì a poco vocali e consonanti abbracciate in mille modi all’apparenza indecifrabili: ab ac al am an ao ar as at au av az Ba bo bu Ca cc ci cr cu Da du Aa dd nn pp ss vv zz, inspiegabili suoni che d’un tratto trovano un senso e come d’incanto si trasformano in parole e pensieri. Elisa sa guardare, ascoltare, pensare e ora anche scrivere: il gioco é fatto!
Dal 1990 si dedica con devozione al suo Museo Microcollection
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