Al Cineforum – MUSTANG: una chiave verso la libertà

è giovedì sera, corro al cinema, mi siedo e la mia vicina mi sussurra entusiasta che questa volta le protagoniste sono cinque sorelle turche, la sorpresa è assicurata e il titolo una promessa, Mustang, un bel cavallo selvaggio dalla criniera corvina

conosco tre famiglie con cinque figlie, due nella realtà e una al cinema, sono curiosa di conoscerne un’altra

si

spengono

le

luci

e

si

accende

un

grande

abbraccio

a un’adorata professoressa che si trasferirà nella lontana Istanbul dopo le vacanze estive, i suoi allievi amareggiati le si avvinghiano addosso in lacrime trascinandosi dietro tutto il pubblico presente in sala in un immenso groviglio di braccia colli capelli, la macchina da presa zooma su Lale, l’ultimogenita, è afflitta, la guardo con tenerezza, sarà la mia preferita me lo sento

siamo tutti commossi

una nota sulla tastiera, un cambio di scena improvviso e questa flotta di allievi abbacchiati, maschi e femmine, scivola in acqua spensierata buttandosi alle spalle il dolore, che sollievo, ci rassereniamo anche noi, guardo con occhi nostalgici le loro battaglie in groppa ai ragazzi, sorrido e ripenso ai nostri giochi al mare, anni orsono

che bei ricordi

un altro cambio di scena improvviso, una nota mistificatrice attizza occhi morbosi e malvagi che riferiscono il falso alla nonna e allo zio delle cinque sorelle orfane, come si permettono, io c’ero, ho visto tutto, non stavano facendo nulla di male, stavano festeggiando la fine della scuola divertendosi in mare, in sala siamo tutti infuriati, c’è chi stringe i pugni, chi digrigna i denti, chi freme sulla poltrona, è un’ingiustizia, povere ragazze già provate dal destino, non infierite ulteriormente su di loro per carità, ne sta venendo fuori uno scandalo assurdo, la situazione è inverosimile, il pubblico presente e perfino quello assente sono costernati, i cuori palpitano e i respiri sono tesi

per

punizione

Sonay

Selma

Ece

Nur

Lale

vengono segregate in casa

Photo: courtesy of Lucky Red

gli ottantotto tasti del pianoforte si sbizzarriscono in un’alternanza di sentimenti indimenticabile

rabbia

gioia

compassione

sconcerto

tenerezza

affetto

indignazione

e

mille altre sfumature

tutte insieme

in

94 meravigliosi minuti di proiezione

Photo: courtesy of Lucky Red

le vicende si susseguono a ritmo incalzante, stiamo al passo incollati allo schermo, un peso sul cuore, un sorriso ogni tanto, i brividi lungo la schiena, una rabbia diffusa per la sorte di cinque adolescenti prigioniere della follia, private di tutto, telefoni, computer, abiti, gioielli, ma ancora padrone dei propri sogni e dell’affetto reciproco, il letto diventa una piscina in cui tuffarsi, un lenzuolo una spiaggia cosparsa di conchiglie, un pavimento una pista da ballo per queste cinque sorelle abbracciate in fuga dal vortice che sta rapidamente risucchiando loro e noi pubblico impotente

la piccola Lale prende la situazione di petto, escogita sotterfugi, si ribella al destino crudele, alla mentalità retrograda, ai matrimoni combinati, ai soprusi e noi lì accanto a sostenerla, siamo tutti con te, corri più forte che puoi, scappa piccola rivoluzionaria, la tua creatività sta lentamente distruggendo il potere, sfuggi il nemico, brava, ce l’hai fatta, hai trovato una chiave verso quell’abbraccio tanto atteso a Istanbul, tiriamo il fiato, alziamo gli occhi al cielo in segno di ringraziamento, le spalle tornano in sede, i pugni si sbrogliano, sgranchiamo le gambe

standing ovation

alla giovane regista turca Deniz Gamze Ergüven

e

a un cast d’eccellenza

Elisa Bollazzi

 

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