I FILM IN USCITA IL 28 GENNAIO
Torna l’appuntamento con “Il Bello, Il Brutto, Il Cattivo”, la rubrica dinamica e veloce con consigli mirati, pungenti ed efficaci per guidarvi alla scoperta dei film più significativi e delle novità cinematografiche del momento.
Point Break
di Ericson Core con Edgar Ramirez, Luke Bracey e Teresa Palmer
(azione)
Questione di istinto. Il remake diretto da Ericson Core rompe col passato e sovverte l’anima vigorosa del cult di Kathryn Bigelow, interpretato dagli indimenticabili Keanu Reeves e Patrick Swayze. Richiamando il titolo e cavalcando sporadicamente l’onda narrativa del film originale, Point Break sceglie di puntare sul fanatismo eccessivo per gli sport estremi e l’ossessione per le 8 prove di Osaki, discipline che spingono l’uomo a superare i propri limiti e a mettere a dura prova fisico e mente. Il ritorno di Utah e Bodhi è vagamente paragonabile alle iconiche figure che nel 1991 resero immortale una pellicola che ancora vive di epica. Legami, connessioni e sfide impossibili dominano l’andamento di una vicenda strutturata secondo un modello cine-documentaristico sulle discipline sportive in cui surf, paracadutismo, arrampicata, snowboard, planate con wingsuit, e motocross si susseguono in progressione. Nel tentativo di emulare i loro predecessori, Édgar Ramírez (Bodhi) e Luke Bracey (Johnny Utah) non riescono a donare ai rispettivi personaggi il giusto pathos emotivo all’interno di una rappresentazione oltremodo focalizzata sulle ambientazioni e gli scenari mozzafiato per ricreare un effetto adrenalinico. Inerte.
Una volta nella vita
di Marie-Castille Mention-Schaar con Ariane Ascaride, Ahmed Dramé, Noémie Merlant e Geneviève Mnich
(drammatico)
Francia, giorno d’oggi. Andiamo in un liceo delle turbolente banlieu, in una classe formata da ragazzini agitati dall’età e dalle apparenti differenze tra loro. Sono difficili, problematici, gli insegnanti ne sono spesso sopraffatti, ma non la professoressa di storia Anne Gueguen (interpretata da Ariane Ascaride). La donna, ha fiducia in quel gruppo di studenti forse più di quanto loro stessi credano di essere in grado di fare e, senza mai dimenticare il suo ruolo d’insegnate e di guida, li sfida a partecipare al Concorso Nazionale della Resistenza e della Deportazione (CNRD) indetto dal Ministero della Pubblica Istruzione francese sin dal lontano 1961.
L’importanza della storia, di imparare, di ricordare, pensare e riflettere, ma anche l’importanza della scuola, come luogo di formazione e trasmissione della memoria, sono alcuni dei messaggi che emergono da questo film, nato quasi per caso, che attinge da una storia vera, quella di Ahmed Dramé. Ahmed è, infatti, il motore del progetto: è l’ideatore, il co-sceneggiatore e uno degli interpreti (veste i panni di Malik). Perché quell’anno di liceo gli ha cambiato la vita e l’ha spinto a essere la persona intraprendete e propositiva di oggi. Cosi come la scena dell’incontro con un vero sopravvissuto all’olocausto, il signor Léon Ziguel, riesce a toccare tutti i presenti e segnare il punto più alto della pellicola diretta da Marie-Castille Mention-Schaar.
Una volta nella vita (in originale Les héritiers, gli eredi, titolo molto più esauriente) sarà un piccolo film ma nella sua semplicità è più che riuscito: dona speranza. Ottimista.
Joy
di David O. Russell, con Jennifer Lawrence, Robert De Niro, Bradley Cooper, Edgar Ramirez, Isabella Rossellini, Diane Ladd e Virginia Madsen
(biografico)
David O. Russell torna al cinema per raccontare la storia di Joy Mangano, una donna intraprendente dal carattere determinato, pronta a seguire i propri sogni nonostante i problemi di una famiglia difficile e nevrotica. A vestire i panni della protagonista è Jennifer Lawrence, (accompagnata nel cast da Bradley Cooper e Robert De Niro), già vincitrice del Golden Globe 2016 e candidata come miglior attrice protagonista all’88esima edizione degli Oscar. Accantonata la sfortunata parentesi di Accidental Love, il regista americano descrive con Joy un quadro eccessivo e multiforme dei desideri umani, sorretto dall’ideale del sogno americano e del self made man (qui woman) che deve combattere contro una società impegnata a distruggere nuove ambizioni e progetti creativi. Così come ne Il Lato Positivo e American Hustle, il film affronta l’indagine, quasi spasmodica, della “nevrosi” dei personaggi e del loro percorso improntato verso il riscatto. Dialoghi affrettati, situazioni estreme, momenti grotteschi e figure troppo caricaturali non bastano a determinare l’esito positivo di una commedia (dai toni agrodolci) ambiziosa e potenzialmente innovativa. Inconcludente.
L’abbiamo fatta grossa
di Carlo Verdone, con Carlo Verdone e Antonio Albanese
(commedia)
Olginate-Roma sola andata. La rotta di Antonio Albanese si spinge lungo le vie artistiche di Carlo Verdone e prosegue all’interno di un’avventura ricca di satira e ironia. Per la prima volta in coppia sul grande schermo, Albanese e Verdone portano in scena un gioco degli equivoci basato su meccaniche recitative, improvvisazioni comiche e rocamboleschi travestimenti. Il film ruota attorno alle vicende di Arturo, investigatore privato in triste declino, che viene ingaggiato da Yuri, attore di teatro sull’orlo del baratro e in preda a vuoti di memoria, per pedinare l’ex moglie e il suo compagno. Ma quando intercettano casualmente una conversazione ambigua tra i due amanti, la situazione è destinata ad aggrovigliarsi, costringendo lo strano duo a ricorrere ai più improbabili stratagemmi per non farsi riconoscere. Scritto da Carlo Verdone insieme a Pasquale Plastino e Massimo Gaudioso, L’abbiamo Fatta Grossa è una commedia agrodolce calata nel contesto di una spy story che punta il dito sull’Italia di oggi, sul suo cinismo e la ferma mentalità di fregare il prossimo. Con Albanese al suo fianco, Verdone compie una virata provvidenziale verso il cinema che l’ha reso famoso e amato dal pubblico. Spumeggiante.
Vissia Menza & Andrea Rurali
Articolo pubblicato anche su CineAvatar.it
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