Dopo la pausa Natalizia, torna l’appuntamento con “Il Bello, Il Brutto, Il Cattivo”, la rubrica smart, dinamica e veloce di consigli mirati, pungenti ed efficaci per guidarvi alla scoperta dei film più significativi e delle novità cinematografiche del momento. Questa settimana approderanno in sala quattro drammi ma tutti diversi.
di Giuseppe Tornatore con Jeremy Irons, Olga Kurylenko
(drammatico – sentimentale)
Il regista premio Oscar® Giuseppe Tornatore prende carta e penna e torna dietro la macchina da presa per raccontarci una nuova storia, quella di una coppia d’innamorati, Ed e Amy, il cui rapporto, solido e complice, non li preserverà dalla prova di oggi. A indossare i panni dei due sono l’attore, premio Oscar Jeremy Irons e Olga Kurylenko. Il duo è solo su un set dove la tecnologia, cellulari e computer, regna sovrana. La coppia riuscirà, infatti, a superare le peggiori sorprese grazie all’amore per gli astri e ai supporti digitali.
La Corrispondenza è un dramma che parla del potere dell’amore, dei sentimenti nel nuovo millennio, della nostra voglia di vivere una favola. Purtroppo, nonostante la colonna sonora del maestro Ennio Morricone, le location che profumano di storia, le inquadrature ricercate e notevole attenzione ai dettagli, i dialoghi appaiono poco realistici, Mr. Irons non è al top e la protagonista è ancora acerba, di sicuro non pronta a reggere sulle proprie spalle un’intera pellicola. Nel complesso, siamo difronte a un’opera che arriva dopo La migliore Offerta e di essa non riesce ad eguagliarne eleganza e dolcezza. Sottotono.
di Ryan Coogler con Michael B. Jordan, Sylvester Stallone
(drammatico – sportivo)
Il mito di Rocky torna al cinema con Creed, primo spin-off della saga incentrata sull’iconico pugile italo-americano venerato e idolatrato da intere generazioni. Ed è proprio ai nostalgici di vecchia data e alle giovani leve che si rivolge il film di Ryan Coogler cercando di ricalcare l’alone epico e il pathos di una franchise legato indissolubilmente a Sylvester Stallone. Autore e interprete, Sly ha creato un modello infallibile votato al successo in cui spirito di sacrificio e determinazione sono alla base di un percorso di redenzione.
Creed – Nato per Combattere riprende la struttura tradizionale del cult di John G. Avildsen (1976), attraverso analogie nelle ambientazioni e nelle situazioni, per rispolverare con retorica i valori e la morale del passato. Michael B. Jordan veste i panni di Adonis Creed, figlio di Apollo nonché amico e storico rivale di Balboa, che si trasferisce a Philadelphia in cerca di riscatto e si rivolge allo Stallone Italiano per chiedergli di allenarlo. Diviso da uno script astenico e a tratti evocativo, il lungometraggio vive all’ombra di una figura leggendaria come Rocky e fatica a carburare in quanto non offre chiavi esegetiche innovative e non ha la forza di osare. Catalogato e rinunciatario.
Il Labirinto del Silenzio
di Giulio Ricciarelli con Friederike Becht, Alexander Fehling, Robert Hunger-Bühler, Hansi Jochmann
(drammatico – storia vera)
Nella Germania degli anni ‘50 c’era una grande fretta di voltare pagina, di ricostruire e ricostruirsi. La ripresa economica diede una forte spinta agli animi e la voglia di non rivangare il passato era diffusa al pari della poca conoscenza, nei più giovani, di cosa fosse realmente accaduto una decade prima. Il giorno in cui il procuratore Johann Radmann (Alexander Fehling) decise di indagare e smascherare la rete che proteggeva i criminali nazisti ancora a piede libero, e portarli in Tribunale, la sua vita si complicò non poco e soprattutto non trovò il supporto che era lecito attendersi.
Il film, scritto e diretto dall’italiano Giulio Ricciarelli, non è il classico racconto di olocausto o, meglio, parla degli orrori della Seconda Guerra Mondiale da una prospettiva meno conosciuta e raramente sotto i riflettori. Con uno stile fine e asciutto, con immagini gentili e fotografia accurata, senza mai ricorrere a scene sensazionalistiche, l’autore riesce a incuriosirci e indurci a riflettere. Realizzare che un disegno tanto sconvolgente fosse logico e reale lascia uno sgradevole gusto amaro in bocca. Una citazione su tutte: “ vuole che ogni ragazzo di questo Paese si chieda se suo padre è un assassino?”
L’opera, che ha rappresentato la Germania nella corsa agli Oscar® (senza purtroppo raggiungere la cinquina), è già entrata nella categoria dei film “necessari”. Educativo ed equilibrato.
Revenant – Redivivo (in sala da sabato 16 gennaio!)
di Alejandro G. Iñárritu con Leonardo DiCaprio, Tom Hardy, Domhnall Gleeson, Will Poulter
(drammatico – avventura)
Tra crepuscolarismo e slancio mistico, l’ultima fatica visionaria di Alejandro González Iñárritu cattura le atmosfere rarefatte, fotografate dal provvidenziale Emmanuel Lubezki, dei paesaggi canadesi (Columbia Britannica e Alberta), sfruttando la luce naturale per creare un effetto visivo completamente inedito. Scenari mozzafito intrisi di neve, ghiaccio, fango e polvere da sparo, abitati da padowe (indiani) e invasi da cacciatori di pelli pronti a premere il grilletto all’immediato vista di un orso.
Basata sull’omonimo romanzo scritto da Michael Punke, la pellicola ripercorre la storia di Hugh Glass (Leonardo DiCaprio), un cacciatore che, creduto morto dai compagni, viene abbandonato nel mezzo del nulla e deve lottare per sopravvivere al dolore (delle ferite fisiche ed emotive) e all’ostile ambiente circostante per trovare la sua vendetta. Candidato a 12 premi Oscar® (tra cui miglior film, regia, attore protagonista e attore non protagonista – quest’ultimo un impressionante Tom Hardy), Revenant è di una tale perfezione da imprimersi a lungo nella memoria degli spettatori e meritarsi ogni singola nomination. Magistrale oltre l’immaginazione.
Vissia Menza & Andrea Rurali
Rubrica in collaborazione con CineAvatar.it
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