Si è spento oggi all’età di 69 anni il mitico Alan Rickman, eclettico interprete britannico vincitore nella sua carriera di un Golden Globe e di un Emmy Award.
A confermare la tragica notizia è stata la famiglia dell’attore, stretta nel dolore per la sua perdita a causa di una malattia che stava combattendo da tempo.
Coetaneo del Duca Bianco David Bowie, scomparso proprio lo scorso 10 gennaio, Rickman nasce a Londra il 21 febbraio 1946 da una famiglia operaia e manifesta sin da subito un’energica passione per l’arte, con una particolare predilezione per la pittura. Durante gli anni si avvicina alla recitazione e dopo aver conseguito il diploma Royal Academy of Dramatic Art (RADA) si esibisce alla Corte Drama Group dove mette in scena “Romeo e Giulietta” e “A View from the Bridge”. Ma è nel 1978 che debutta sul grande schermo in Die Hard – Trappola di Cristallo, film diretto da John McTiernan in cui veste i panni dello spietato terrorista Hans Gruber al fianco di Bruce Willis. Il ruolo del villain sembra essere cucito alla perfezione sulla propria pelle tanto che, nel 1991, viene scritturato dal regista Kevin Reynolds per impersonare il perfido Sceriffo di Nottingham in Robin Hood – Principe dei ladri con Kevin Costner. Hollywood si accorge del suo talento, dello spiccato carattere drammaturgico e dello spirito espressivo con cui affronta i suoi ruoli, qualità indiscutibili che contribuiscono a renderlo uno degli attori più illustri nel suo paese d’origine, l’Inghilterra.
Elegante, raffinato e magnetico, Rickman dimostra una vocazione naturale per rappresentare con cinismo, intensità e spirito provocatorio i numerosi personaggi portati al cinema. Sempre nel ’91 lavora insieme a Clive Owen in Close My Eyes e quattro anni più tardi, nel 1995 condivide il set con Hugh Grant nel dramma di Mike Newell Un’avventura terribilmente complicata. Successivamente appare in Galaxy Quest (1999), Dogma (di Kevin Smith – 1999) e Love Actually (2003), commedie nelle quali conferma la sua versatilità artistica e la capacità di adattarsi in ogni genere di pellicola.
È il terzo millennio a introdurlo nella fortunata saga di Harry Potter nella quale interpreta il professore di Pozioni e di Difesa contro le Arti Oscure, personaggio intriso di un alone mistico e di uno spettro enigmatico che contribuirà ad accrescere la popolarità di Rickman in tutto il mondo. Il malvagio Piton diventerà così il suo alter-ego definitivo, il più iconico e ambiguo della sua carriera che film dopo film ha conquistato i consensi del pubblico, entrando di diritto nell’immaginario collettivo. Un estesa sublime e shakespeariano, abile trasformista e poliedrico caratterista, capace di dosare con equilibrio le sue performance e donare grazia e intensità ad ogni sua prova.
Alan Rickman, l’inglese volante e visionario, è riuscito a catalizzare l’attenzione degli spettatori e a farsi da subito amare, diventando uno dei protagonisti più camaleontici dell’era moderna e entrando nel firmamento delle magiche stelle del cinema.
Buon viaggio Mr. Rickman…
Andrea Rurali
Articolo anche su CineAvatar.it
Appassionato di Star Wars e cultore della settima arte, conoscitore del western italiano e del cinema tricolore, sempre aggiornato sulle ultime cine-frontiere e produzioni internazionali (con predilezione per l’Oriente), Andrea è il fondatore del portale CineAvatar.it