ci prendiamo sotto braccio e scivoliamo nella solita fila, i vicini di sempre, la grande famiglia del giovedì sera, da anni, ogni settimana una storia nuova
d’improvviso
il
buio
ci sorprende
lo schermo ci catapulta senza preamboli in un’azienda agricola a gestione familiare nella tipica campagna francese tra galline mucche formaggi vitellini, sentiamo il profumo dell’aria pulita e respiriamo a pieni polmoni le splendide immagini bucoliche
orecchie e occhi sbarrati
labbra sorridenti
la trama ci intriga, gli attori sono magistrali, la fotografia rilassante e la giovane attrice protagonista Louane Emera, Paula
sorprendente
la mia vicina mi punzecchia con il suo gomito ossuto, anche lei è felice, stiamo bene, ci sembra di volare
Paula, sedici anni, un papà, una mamma e un fratellino sordi, lei, unica voce della famiglia, sedici anni che valgono il doppio, una vita carica di responsabilità, le mucche di giorno e di notte, la scuola, il mercato, gli amici, la famiglia e il linguaggio dei segni
le vogliamo tutti bene
Paula su e giù in bicicletta nella campagna francese e noi in sella con lei torniamo adolescenti, vibriamo e pedaliamo col suo stesso entusiasmo, Paula la figlia di tutti noi, noi stessi a sedici anni, sordi o udenti, alla ricerca della propria identità tra le tipiche difficoltà di quell’età
soffriamo e ridiamo all’unisono, la trama è avvincente, la comicità incontenibile, il pubblico empatico
la voce di Paula
protagonista assoluta
un dono scoperto per caso dall’amorevole professore di musica, un dono coltivato con dedizione che germoglia pian piano grazie agli sguardi benevoli, alle attenzioni e agli incoraggiamenti del suo
premuroso professore
adoriamo pure lui
Paula è talentuosa e si iscrive al concorso canoro indetto da Radio France a Parigi, canta, solfeggia, sogna, studia, vive, pedala, ha paura, rinuncia, riprende, segue la sua vocazione, teme di ferirsi e di ferire la sua famiglia andando a studiare lontano, sorride, avanza, arretra e noi sempre lì accanto a sostenerla
la
sua
voce
nell’aria
entra per sempre nei nostri cuori
la svolta finale
al bando i compromessi
Paula canta, canta in linguaggi diversi e vola, vola e noi voliamo con lei librandoci nell’aria dall’emozione, le lacrime scendono copiose e i brividi scorrono lungo i nostri corpi
il pubblico
in sala
e
sullo schermo
diventano un tutt’uno
Paula canta, canta in linguaggi diversi e vola, vola e noi pubblico attento la raggiungiamo per abbracciarla teneramente
scorrono i titoli di coda ma noi siamo ancora dentro alla storia, lo saremo per molti giorni, lo so, lo sappiamo, Paula dentro di noi, la sua voce nelle orecchie, incollata nel nostro corpo per sempre, siamo tutti commossi da questa fiaba vera
una fiaba perfetta
Elisa Bollazzi
n.d.r. con un click QUI la recensione all’uscita del film al cinema
Artista e scrittrice si diletta a trasformare in un flusso di parole la sua vita itinerante da una galleria a un museo da una sala cinematografica a un teatro da un incontro con l’autore a una biennale.
Inizia a scrivere a sei anni sotto l’amorevole guida dell’adorata maestra Luigia. Dapprima le vocali: 40 a 40 e 40 i 40 o 40 u in seguito le consonanti, 40 per ognuna e quindi tutte in fila. Di lì a poco vocali e consonanti abbracciate in mille modi all’apparenza indecifrabili: ab ac al am an ao ar as at au av az Ba bo bu Ca cc ci cr cu Da du Aa dd nn pp ss vv zz, inspiegabili suoni che d’un tratto trovano un senso e come d’incanto si trasformano in parole e pensieri. Elisa sa guardare, ascoltare, pensare e ora anche scrivere: il gioco é fatto!
Dal 1990 si dedica con devozione al suo Museo Microcollection