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“Ho visto Arlo, ne ho pianto”, “Arlo conquista l’anima”, “Il Viaggio di Arlo è un film imperdibile” sono tra i commenti più diffusi di coloro che hanno visto il nuovo capolavoro firmato Disney-Pixar, uscito a pochi mesi di distanza dall’incredibile Inside Out.

Proprio quando credevamo che la casa di Topolino avesse superato sé stessa e ci avesse regalato un tuffo senza eguali nei meandri delle emozioni, ecco che ci strabilia e ci fa innamorare di un cucciolo di dinosauro perso in un mondo in cui l’asteroide che portò la sua specie all’estinzione ha mancato la Terra. Il piccolo Arlo smarrirà la via di casa e dovrà sopravvivere in una giungla piena d’insidie con un unico alleato: un primordiale cucciolo di…essere  umano.

L’insolito sodalizio dovrà ritrovare il sentiero perduto e prima di riuscirci avrà non pochi ostacoli da superare. Il risultato è un’avventura colorata e divertente con momenti di pura commozione. Un vero romanzo di formazione, quindi, in cui sono le prove da affrontare a rapirci e conquistarci sino alle lacrime, quelle dolci che vengono dal profondo, da un cuore che si scioglie difronte alla vittoria della determinazione sulle paure. Ma quali sono gli elementi che rendono questa favola tanto perfetta?

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Photo: courtesy of The Walt Disney Company

Arlo è giovane, inesperto e teme anche la sua ombra. Saranno gli istinti a spingerlo nella direzione giusta, a dimostrargli che ha la forza e il coraggio necessari per essere felice. Una vera iniezione di fiducia per coloro (grandi e piccini) che si sentono tutti i giorni come il dinosauro buono protagonista della storia: è la rivincita dei deboli sui bruti.

Il nostro eroe in erba è dolce e innocente e rimane coerente alla sua essenza sino all’ultimo fotogramma. Non scende a compromessi con la dura legge del mondo selvaggio, riesce a conviverci, a trovare il suo posto e a ottenere rispetto. Chi di noi non si è trovato almeno una volta nella stessa situazione, nel quotidiano delle nostre foreste d’asfalto?

L’unione fa la forza. In una realtà ricca d’insidie fare gruppo, creare alleanze magari insolite basate sulla fiducia, può essere l’ancora di salvezza nei momenti più grevi. Contare sull’altro, che ha caratteristiche differenti e complementari alle nostre, è un privilegio da salvaguardare. Una lezione che, con l’avvento del secolo della solitudine e dell’individualismo sfrenato, è un vero toccasana.

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Photo: courtesy of The Walt Disney Company

Dulcis in fundo, vi è l’importanza della famiglia. La figura del padre protettivo e maestro di vita, conseguentemente il dolore ineguagliabile per la sua perdita. La mancanza del caposaldo, della roccaforte unica e insostituibile, è qualcosa che buca lo schermo e per un momento ci fa ripensare ai nostri genitori, al rapporto che abbiamo con loro e quale riferimento vorremmo diventare agli occhi di chi deve essere guidato da noi. I dialoghi, gli sguardi, le carezze o altri simili gesti, sono attenti e di una delicatezza senza eguali, contribuendo a farci dimenticare che siamo difronte ad un racconto animato.

Questo film segna il trionfo dell’amore nelle sue forme più intense, pure e durature: quello famigliare e quello amicale. E questo è il dardo definitivo che ci trafigge e travolge nelle avventure dell’animaletto nato dalla fantasia del geniale team che ha lavorato per regalarci un VIAGGIO emozionante nei sentimenti che ci rendono unici e irripetibili.

A chi mi chiede perché vedere Il Viaggio di Arlo ho solo una risposta: perché ti ricorda chi sei, senza distinzioni di età, genere, specie o interessi.

Vissia Menza

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Photo: courtesy of The Walt Disney Company

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