Occhi azzurri, sguardo sereno, volto disteso e coperto dalla fuliggine: è impossibile non ricordare almeno per un istante il mitico Dick Van Dyke, meglio conosciuto come Bert, lo spazzacamino di Mary Poppins che, insieme all’incantevole Julie Andrews, ha scritto una pagina indelebile nella storia del cinema con una pellicola evergreen amata e apprezzata dal pubblico.
Oggi l’attore americano nato a West Plains spegne 90 candeline ma non il suo sorriso, sempre vivo e pieno di entusiasmo, capace di scaldare ancora i cuori dei fan.
Ma forse l’appellativo che più si addice a Van Dyke, e ne riassume la vita professionale vissuta tra piccolo e grande schermo, è ‘spazzacamino in corsia’, una sorta di trait d’union che lega i personaggi più significativi della sua carriera, quello di Mary Poppins, appunto, e quello della serie Un Detective in Corsia. Il passaggio dal cinema alla tv è avvenuto in maniera graduale ed ha permesso all’eterno ragazzo americano di affermarsi all’interno di due mezzi di comunicazione che lo hanno accolto a braccia aperte e reso celebre nel mondo.
Un uomo brillante, solare e dall’animo gentile che, con grande umiltà, è entrato in punta di piedi nelle case della gente ed è riuscito a conquistarla con una virtù non comune, una merce ormai rara ai giorni nostri: la spontaneità. Attraverso simpatia e sincerità, il mitico Dick ha dimostrato come un attore possa restare se stesso anche davanti alla macchina da presa senza necessariamente indossare una maschera o costruire un personaggio dal carattere artificioso. Una straordinaria testimonianza di lealtà e rispetto per lo spettatore che, da buon osservatore, sa riconoscere le abilità e l’istinto di un interprete dalle inevitabili forzature caricaturali.
La passione in età giovanile per Stanlio e Olio, per le gag esilaranti e la comicità slapstick manifestata nei film, ha favorito la sua ascesa nel mondo dello spettacolo, maturando in lui la convinzione che quella era la strada giusta da percorrere nel futuro. E così dopo alcuni show televisivi, nel 1960 Van Dyke passa a Broadway e al fianco di Chita Rivera recita nel musical Bye Bye Indie, grazie al quale riesce a vincere un Tony Award e a entrare nelle grazie di Carl Reiner che lo scrittura successivamente per la parte di Rob Petrie in The Dick Van Dyke Show, sitcom che gli frutterà ben tre Emmy Award.
Il debutto al cinema risale al 1963 quando venne ingaggiato dal regista George Sidney per il ruolo da protagonista nella commedia musicale Ciao ciao Birdie. Poi l’anno seguente sbarca il lunario con Mary Poppins, indimenticabile cult Disney in cui eredita la doppia identità di Bert e del Signor Dawes e dimostra una notevole versatilità nel danzare e cantare contemporaneamente. Lodi, complimenti e una valanga di plausi, consentono a Van Dyke di raggiungere l’apice del successo e consacrare definitivamente la sua immagine di eccellente performer.
Dopo diverse partecipazioni in altrettante svariate pellicole, nel 93′ indossa il camice del dottor Mark Sloan nella serie Un Detective in Corsia, ruolo che fino al 2001, e per otto stagioni, non abbandonerà. Ma nel 2006, decide di tornare sul grande schermo e, accanto a due eterne leggende quali Mickey Rooney e Bill Cobbs, impersona uno dei tre guardiani notturni della commedia di Ben Stiller Una Notte al Museo.
La sua energia e quell’aria effervescente rimarranno magicamente impressi nell’immaginario collettivo, insieme alla leggiadra melodia di Cam Caminì che mai dimenticheremo.
Buon compleanno Mr. Van Dyke
Andrea Rurali
Appassionato di Star Wars e cultore della settima arte, conoscitore del western italiano e del cinema tricolore, sempre aggiornato sulle ultime cine-frontiere e produzioni internazionali (con predilezione per l’Oriente), Andrea è il fondatore del portale CineAvatar.it