stasera gli animi sono leggeri e i visi distesi, c’è aria di vacanze, evviva, lasciamoci tutto alle spalle e partiamo per il mare insieme a bambini scatenati e adulti rilassati, divertiamoci per un’ora e trentasette minuti
si spengono le luci
trascinati da cartoline animate e dai titoli di testa approdiamo in un’altra terra di un passato recente, ci sentiamo subito in festa in uno scenario estivo, allietati da cocktail di musica e colori, si parte da Parigi e tra un’indecisione e l’altra
mare
o
montagna
mare
o
montagna
si arriva sulla costa francese, in compagnia di una mamma un papà e il loro figliolo Nicolas, con cui viviamo un’avventura dietro l’altra, una sequela di situazioni e trovate esilaranti, non stiamo più nella pelle, la poltrona ci sta stretta, ci viene voglia di ballare, sentiamo il brio percorrerci da capo a piedi, l’euforia di tutto il pubblico è a mille, ci lasciamo trasportare con sorpresa e stupore lungo sentieri inesplorati da una trama che scorre a ritmo serrato, venata da un’irresistibile comicità paradossale
il piccolo Nicolas entra ed esce magistralmente dalle scene con trovate filmiche inusuali, sogni e visioni, la vida es sueño, disse qualcuno secoli fa, lo si sperimenta da piccoli e pian piano lo si dimentica
per tutta la durata del film il regista Laurent Tirard ci sorprende più della vita stessa
voglio capirci di più
mi faccio minuscola e con un balzello m’infilo nella sua mente, la pancia risucchiata all’interno, i glutei nascosti tra le vertebre, mi assottiglio per non farmi vedere, oscillo come una ballerina della Scala, mi fermo di scatto, allungo un orecchio e ascolto la voce della creazione, proseguo di lato con prudenza, la quiete nel cuore, un guizzo qua e uno là, procedo cauta tra la sua immaginazione per trovare il segreto di tanta abilità, viene in mio soccorso il solito occhio curioso, il destro, che adocchia una bacchetta magica, seminascosta in un angolo
svelato l’arcano
mi pareva
ritorno sui miei passi e mi reimmergo nella trama di cui ho sicuramente perso qualche fotogramma, ahimè, ma ne valeva la pena
un film per grandi e piccini, intelligente e stratificato, un cammeo di umorismo in bilico tra farsa e serietà, realismo e fumetto, gli attori danno il meglio di sé passando da un registro all’altro con invidiabile elasticità, la regia è impeccabile, ma già lo si è detto
un film che dà speranza ad animi e intelletti, da emulare nella sua struttura per trovare nuove strade di vita in questo strambo mondo contemporaneo
la vida es sueño
Elisa Bollazzi
Artista e scrittrice si diletta a trasformare in un flusso di parole la sua vita itinerante da una galleria a un museo da una sala cinematografica a un teatro da un incontro con l’autore a una biennale.
Inizia a scrivere a sei anni sotto l’amorevole guida dell’adorata maestra Luigia. Dapprima le vocali: 40 a 40 e 40 i 40 o 40 u in seguito le consonanti, 40 per ognuna e quindi tutte in fila. Di lì a poco vocali e consonanti abbracciate in mille modi all’apparenza indecifrabili: ab ac al am an ao ar as at au av az Ba bo bu Ca cc ci cr cu Da du Aa dd nn pp ss vv zz, inspiegabili suoni che d’un tratto trovano un senso e come d’incanto si trasformano in parole e pensieri. Elisa sa guardare, ascoltare, pensare e ora anche scrivere: il gioco é fatto!
Dal 1990 si dedica con devozione al suo Museo Microcollection
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