Il BELLO, IL BRUTTO, IL CATTIVO: i film in uscita il 3 dicembre

 

Come ogni settimana, torna l’appuntamento con “Il Bello, Il Brutto, Il Cattivo”, la rubrica smart, dinamica e veloce di consigli mirati, pungenti ed efficaci per guidarvi alla scoperta dei film più significativi e delle novità cinematografiche del momento.

 

HEART OF THE SEA
di Ron Howard con Chris Hemsworth, Cillian Murphy, Brendan Gleeson, Ben Whishaw
(avventura)

Le origini di un mito, il ritorno di Ron Howard. Un classico monumentale dell’American Renaissance rivive nella poetica visiva e nell’estetica del regista premio Oscar, abile oratore della macchina da presa in grado di trasporre al cinema, con umiltà e consapevolezza, grandi storie provenienti da altre discipline – in questo caso da un baluardo della letteratura ottocentesca come il noto romanzo di Herman Melville – preservandone l’impianto originale e, al tempo stesso, interpretandole in stile contemporaneo. Pragmatismo e lealtà riaffiorano dagli abissi più profondi del mare insieme al leggendario capodoglio bianco Moby Dick, responsabile del naufragio della baleniera Essex. Un’avventura epica e straordinaria, colma di speranza e spirito di sopravvivenza, interpretata da un brillante Chris Hemsworth, alla sua seconda collaborazione con Howard dopo Rush. Appassionante.

REGRESSION
di Alejandro Amènabar con Ethan Hawke, Emma Watson
(thriller)

Dopo sei anni di silenzio, Alejandro Amènabar torna al genere che l’ha reso famoso nel mondo: il thriller soprannaturale. Con Ethan Hawke e Emma Watson, Regression è la storia di Angela che un giorno, in seguito ad una serie di avvenimenti, svela dei terribili segreti di famiglia a un detective, il quale si trova imbrigliato in un caso oscuro più grande di lui. Lo spettatore farà un viaggio indietro, negli anni ’90, nella provincia americana, a casa della giovane, un luogo costellato di misteri, ossessioni, orrori, rituali e frasi non dette. Nonostante si tratti di un’opera attenta e ricca di dettagli, che riesce a tenere sulla corda e si avvale di un ottimo cast, alla fine si ha la sensazione che manchi qualcosa, quella sorpresa definitiva in grado di renderlo magnifico. Tra deliri e visioni mistiche, il risultato è quindi un film gradevole ma non strabiliante come The Others, in ‘regressione’ rispetto al passato. Suggestivo.

CHIAMATEMI FRANCESCO
di Daniele Lucchetti con Rodrigo De la Serna, Sergio Hernández, Muriel Santa Ana, José Ángel Egido
(biografico)

L’ultima incursione cinematografica di Daniele Lucchetti ha gli occhi e lo sguardo di un giovane uomo di Buenos Aires chiamato Francesco. Prima di diventare Papa, Jeorge Bergoglio era un ragazzo come tanti, pieno di energia e di sani principi, con una vita destinata improvvisamente a cambiare quando, poco più che ventenne, sentì la vocazione e decise di intraprendere un percorso spirituale destinato a durare per sempre. Sullo sfondo di un paese storicamente ‘controverso’ come l’Argentina, Chiamatemi Francesco è un ritratto di umana bellezza e semplicità dal profondo valore morale, dipinto dal regista romano con coinvolgimento, fascinazione e reale empatia per una figura totalmente rivolta al bene comune. 50 anni di fede, coraggio, umiltà e solidarietà che, dal rigoroso ordine dei Gesuiti, guidarono Bergoglio all’elezione al soglio pontificio nel 2013. Celestiale.

UN POSTO SICURO
di Francesco Ghiaccio con Marco D’Amore, Giorgio Colangeli, Matilde Gioli
(docu-fiction)

Il dramma dell’Eternit approda al cinema con Un Posto Sicuro di Francesco Ghiaccio, interpretato da Marco d’Amore, Matilde Gioli e Giorgio Colangeli. L’opera racconta una triste vicenda del nostro paese, riportando alla luce il caso irrisolto di Casale Monferrato e delle polveri d’amianto che causarono la morte di numerosi operai. Tra fiction e documentario, costruzione e realtà, la pellicola dimostra una volontà d’impegno e un coinvolgimento sociale da parte dei protagonisti sospesi in una sorta di dimensione onirica dove l’enfasi della retorica distorce dalla veridicità della storia, gravando eccessivamente sulle dinamiche espressive. Un reato conclamato e caduto in prescrizione che fa riflettere e ancora oggi nasconde oggettive contraddizioni. Onesto.

LA ISLA MINIMA
di Alberto Rodriguez con Raúl Arévalo, Javier Gutiérrez
(crime)

La Isla Minima è il thriller del regista spagnolo Alberto Rodriguez che nel 2014 si è aggiudicato ben dieci premi Goya, tra cui miglior film e migliori regia, e narra la storia di un piccolo paese, Rive del Guadalquivir, in cui un giorno spariscono nel nulla due sorelle adolescenti durante una festa locale. Sulla loro scomparsa investigano due poliziotti inviati da Madrid, Juan e Pedro. L’indagine si svolge durante un periodo cruciale della storia spagnola, il post-franchismo di inizio anni ‘80, cosa che si riflette sui personaggi e sull’ambientazione. Con toni caldi e ritmi tipici delle opere confezionate oltre oceano, La Isla Minima seduce il pubblico per l’attenzione al contesto storico, per l’ambientazione e la sua atmosfera. Solido.

MON ROI
di Maiwenn Le Besco con Vincent Cassel, Louis Garrel, Emmanuelle Bercot
(drammatico)

Mon Roi, il mio re, è il nuovo film della regista Maiwenn, emersa agli onori della cronaca cinefila con Polisse. Storia di un amore passionale, travolgente e complice che si tramuterà in burrascoso, soffocante e infelice. L’autrice analizza la coppia, si addentra nei sentimenti, osserva l’amore adulto (tra due quarantenni) e le sue dinamiche distruttive. Nel fare questo viaggio adotta la prospettiva femminile, di colei che non riesce a liberarsi dell’uomo che l’ha conquistata e ora la ferisce. Di colei che vede ma è succube, di colei che sceglie la sofferenza, di colei che si annienta. La riuscita dell’opera è garantita delle ottime performance di Vincent Cassel, in stato di grazia, e di Emmanuelle Bercot, convincente al punto di aggiudicarsi la palma d’oro come migliore interprete femminile a Cannes 2015. Intenso.

 

11 DONNE A PARIGI
di Audrey Dana con Laetitia Casta, Isabelle Adjani e Vanessa Paradis
(commedia)

L’attrice Audrey Dana debutta alla regia con una commedia ‘rosa’ che riunisce davanti alla cinepresa un nutrito cast di colleghe. Sono undici in tutto le protagoniste di una delle pellicole francesi di maggior successo del 2014 (in patria) che racconta le peripezie lavorative, amorose, quotidiane di un gruppo eterogeneo di donne parigine, tutte diverse ma le cui strade per vari motivi si (s)contrano. Il set sovraffollato, le gag e le battute prevedibili rendono la visione adatta ad un pubblico in cerca di risata leggera e possibilità di distrazione. Se doveste saltare qualche fotogramma, non perdereste il filo. Fatuo.

Vissia Menza e Andrea Rurali

Rubrica in collaborazione con CineAvatar.it

n.d.r. Un click sui titoli per leggere le recensioni

Ultimo aggiornamento il 6 dicembre 2015, alle 9.36

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