si arriva tutti alla spicciolata, fiduciosi, la giornata frenetica ancora lì tra capo e collo, quattro chiacchiere in attesa di un nuovo viaggio nell’oscurità, seguendo ognuno la propria strada, chi su, chi giù, una sosta, di traverso, a sinistra, a destra, indietro, una riflessione, nell’eterna scoperta di sè
ssshhh, ssshhh
silenzio per favore
ssshhh ssshhh
tutto tacque
e
il buio fu
di punto in bianco la musica e i titoli di testa irrompono con impeto nella sala seguiti da un’immensa lampada scialitica a tutto schermo, un corpo seminudo su un tavolo operatorio, un chirurgo sarcastico e la sua équipe, familiari speranzosi, corridoi infiniti, un’infermiera che arranca
l’inquietudine si siede accanto a noi ma fortunatamente dopo pochi minuti si alza e se ne va lasciandoci immersi in una commedia contemporanea trionfante sul podio, al primo posto, orgogliosa delle reazioni del folto pubblico divertito tra lunghe risate sonore e commenti esaltanti
i personaggi sono parecchi, tutti quelli della commedia italiana un marito una moglie un figlio una figlia un genero i colleghi un detective l’immancabile prete e altri a seguire in ordine sparso
uno più bravo dell’altro, chapeau Falcone!
la trama è costellata da paradossi, svolte frequenti, bruschi cambi di scena che si susseguono al ritmo seducente di svelti passi di Mambo, trascinando con sé il pubblico presente e perfino quello assente come spesso accade, mano nella mano, nel flusso disinvolto della storia
si ride a crepapelle
la musica si incolla ai nostri corpi e ci conduce dove il bravo regista esordiente vuole, con virtuosismo, la sala cinematografica si trasforma in una gioiosa balera e il pubblico in un corpo di ballo d’eccellenza impegnato in vivaci danze di gruppo, al ritmo di Mambo, Salsa e Cha Cha Cha
l’allegria è prorompente
indietro sinistro, uno due tre destro cinque sei
ancora
due tre cinque destro sei sette uno
le mani vanno in su
atrás
laterale
delizia dei sensi
gli spettatori alla mia sinistra, quelli alla mia destra, davanti, dietro e più in là si sono tutti infilati con allegria negli interstizi della vicenda senza volerne più uscire, ridiamo all’unisono della sfera mistica di Bianca, la figlia ingenua, delle battute del genero, delle stranezze della moglie del marito del prete del detective della finta moglie del finto storpio del finto fratello scemo e di chiunque
cross più vuelta
lassù
grazie Falcone
sei il nostro maestro di ballo d’eccellenza
ci concediamo a te con fiducia, sicuri delle tue competenze, abbandoniamo ssshhh ssshhh impertinenti e indugi timorosi, il tuo sguardo ampio diventa il nostro, spigliato, realista, sarcastico, poetico, spietato e rapiti da un umorismo spontaneo e inaspettato, sagace e vivo, esprimiamo consensi a passo di danza
uno due tre quattro cinque sei sette otto
indietro
ancora avanti
uno due tre quattro cinque sei sette otto
Mambo Mambo
e ancora atrás
e ancora base laterale e atrás
base cambio uomo donna
fermi tutti
si chiude il sipario
e luce fu
abbiamo già tutti nostalgia di un film costruito con rara intelligenza, dai passi precisi, solo all’apparenza casuali
il pubblico si prende per mano e danza spensierato verso l’uscita
Elisa Bollazzi
Per la recensione scritta all’uscita del film nelle sale un click QUI
Artista e scrittrice si diletta a trasformare in un flusso di parole la sua vita itinerante da una galleria a un museo da una sala cinematografica a un teatro da un incontro con l’autore a una biennale.
Inizia a scrivere a sei anni sotto l’amorevole guida dell’adorata maestra Luigia. Dapprima le vocali: 40 a 40 e 40 i 40 o 40 u in seguito le consonanti, 40 per ognuna e quindi tutte in fila. Di lì a poco vocali e consonanti abbracciate in mille modi all’apparenza indecifrabili: ab ac al am an ao ar as at au av az Ba bo bu Ca cc ci cr cu Da du Aa dd nn pp ss vv zz, inspiegabili suoni che d’un tratto trovano un senso e come d’incanto si trasformano in parole e pensieri. Elisa sa guardare, ascoltare, pensare e ora anche scrivere: il gioco é fatto!
Dal 1990 si dedica con devozione al suo Museo Microcollection