Il Festival Lumière continua anche fuori dalle sale cinematografiche e va oltre la sua chiusura. In tutta Lione si sente la presenza della kermesse e non solo per il numero esorbitante di cinema aderenti all’iniziativa ma per i tanti eventi speciali, collaterali. Uno di questi è la mostra COSTA-GRAVAS Carnets Photographiques, inaugurata lo scorso 28 agosto presso la galleria fotografica de l’Institut Lumière, e da pochi giorni prorogata sino all’8 novembre 2015. Stasera calerà quindi il sipario sulla splendida settima edizione del Festival mentre il suo riverbero si sentirà anche durante le settimane a venire.
Sino a ieri credevamo che Costa-Gravas fosse un regista greco, naturalizzato francese, insignito di un premio Oscar® (per “Z – L’orgia del potere”), che ci aveva abituati a un cinema politicamente impegnato, anche quando si trattava di thriller. Da oggi, ai nostri occhi sarà un famoso artista con un hobby che rivela un talento condiviso tardi, rimasto a lungo (forse troppo) relegato a una dimensione intima, familiare.
La selezione esposta nella galleria è di sole immagini in bianco e nero, in cui l’essere umano sia protagonista. I soggetti sono attori/ volti noti dello spettacolo, oppure persone in situazioni di protesta, di sofferenza, di denuncia in Paesi in cui i diritti basilari non son del tutto garantiti. Potremmo, infatti, dividere le foto in due gruppi: quelle sul set, raffiguranti attori tra un ciak e l’altro; e quelle di viaggio, in luoghi come Cuba, la Cina, il Cile. Tutte che emanano un non so che di “rubato” e appartenenti alle due decadi dagli anni ’70 agli anni ’90.
Spiccano i visi, la naturalezza degli sguardi, l’intensità delle situazioni. Sembrano reali e tangibili e al contempo ricordi lontani. Ci pare di essere difronte a un fermo immagine voluto, il cui scopo è di farci assistere a momenti che altrimenti ci sarebbero sfuggiti. Ci sentiamo talvolta dei graditi ospiti altre volte a una festa senza invito, anche se non c’è nulla da festeggiare. Si avverte la capacità dell’autore di osservare e l’abitudine a prevenire i gesti. Nulla di comparabile alle nostre foto-ricordo custodite nello smartphone.
Se siete a Lione, o nelle vicinanze, questa mostra è un’ulteriore, nuova, ragione per fare una deviazione e visitare la terza città di Francia ed esplorare la sua enorme offerta culturale. Tutte le informazioni sul sito, con un click QUI
Vissia Menza
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”