In una piccola cittadina sulle rive di un lago bucolico dello stato dell’Ontario, un giorno, per caso, viene rinvenuto il cadavere di una sconosciuta. Una giovane donna dall’identità misteriosa, deceduta di morte violenta sarà il primo omicidio con cui si dovrà confrontare Walter, lo sceriffo di una comunità tranquilla, molto religiosa, in cui redenzione e virtù sono i pilastri su cui poggiano le vite di tutti.
E il nostro Walter non è da meno. Con un passato difficile, che intuiamo ma non esploriamo sino in fondo, l’uomo ora si impegna per dimostrare a sé stesso e ai concittadini di essere cambiato ed essersi trasformato in un modello di pentimento e rinascita. Ma tutti i suoi sforzi saranno ora messi alla prova. L’arrivo degli investigatori, la riapertura di vecchie ferite, la ricerca di un colpevole che terrorizza la popolazione, gli procureranno un carico di stress anomalo e pericoloso. Dovrà affrontare dei parenti fastidiosi, ex-amanti iraconde e gli istinti sempre pronti a trascinarlo nel fango, sino a quella dannazione da evitare a tutti i costi.
Ciò che Walter ancora non sa è che questa storia gli insegnerà molto. Mortificazione e repressione non rendono automaticamente le persone migliori, non provocano sempre gli effetti sperati e spesso non sono quello che gli altri vogliono.
Filosofia a parte, SMALL TOWN MURDER SONGS è un piccolo gioiello noir con protagonista Peter Stormare (l’attore che avete visto tante volte, recentemente in EDUCAZIONE SIBERIANA) che qui ci regala un Walter così reale da credere di poterlo toccare: colpevole ma onesto, risoluto ed efficace, un po’ goffo ma quasi divertente. Con un fiuto da segugio è un ottimo sceriffo, il cui lato umano è imperfetto come il nostro (e a volte anche di più).
Dietro la macchina da presa c’è Ed Gass-Donnelly, il regista di THE LAST EXORCISM – LIBERACI DAL MALE, classe 1977, canadese, che dimostra attenzione, dedizione e idee chiare. Il suo film non ha una sbavatura, diviso in quattro capitoli, con titoli unici (che non vi svelerò), sono 80 minuti puliti, veloci, silenti quanto basta, con una fotografia che rispecchia le emozioni (o quel che ne rimane) e una colonna sonora a cui pare ruotino intorno le immagini e non il contrario. Thriller e dramma vanno a braccetto e lo spettatore non distoglie mai lo sguardo.
A ogni Festival in cui ha debuttato, ha riscosso consensi di pubblico e critica, approdato al Torino Film Festival di tempo fa (mi dicono corresse l’anno 2010) è rincasato con il prestigioso premio FIPRESCI, ciò non è però bastato a convincere i distributori a portarlo sul grande schermo. Dopo un lustro pensavamo di non avere più speranze ma, ancora una volta, è stato il passaparola virtuale a salvarci: eccolo sulle reti TV in chiaro e in DVD sui più noti portali di vendita online. Evviva.
Il consiglio è di lasciarvi trascinare dalla suspense di questo noir ambientato in quella provincia, tipica del Nord America, in cui gli istinti spesso esplodono mostrando la parte peggiore dell’essere umano. Tristezza, assenza di prospettive, religione, flebili speranze e molta malinconia, s’insinueranno nella mente dello spettatore e solo alla fine torneranno al loro posto.
Il titolo della pellicola da vedere è SMALL TOWN MURDER SONGS e la sua soundtrack è un plus tutto da scoprire.
Vissia Menza
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”