Film scomparsi e ricomparsi: I ORIGINS di Mike Cahill

Per la neonata rubrica “Che fine hanno fatto? Dai riflettori dei festival all’oblio” oggi parliamo di I ORIGINS. Un film che decretò il successo del suo regista, sceneggiatore, montatore, Mike Cahill. Il signor Cahill qui si cimenta per la seconda volta dietro la cinepresa dopo i botti fatti con ANOTHER EARTH. Ed era proprio in occasione del suo debutto che l’avevamo incontrato con Brit Marling a Locarno (un click qui). Era il 2011 e quel lungometraggio di esordio lasciò il segno sia sulle sponde del Lago Maggiore sia nello Utah, da dove Cahill rincasò con un premio. Con I ORGINS andò esattamente nello stesso modo e dal Sundance ne uscì trionfante: vinse un altro premio e niente meno che la FOX si aggiudicò i diritti per la distribuzione mondiale. Innegabile fosse nata una stella.

Il tempo passa, i frequentatori dei festival ne sentono parlare, in alcuni casi, viaggiando, riescono a vederlo mentre da noi continua a regnare il silenzio. Ne perdiamo le tracce. Ma, a differenza di ZULU, il racconto di oggi è a lieto fine. Arriva settembre 2015 e si diffonde il passaparola che sui canali on demand di SKY vi sia un gran film, diverso, non l’ennesima trama-fotocopia, con una sceneggiatura originale e non “ispirata” al best-seller di turno, che tratta con eleganza un tema intrigante. Signore e signori è arrivato I ORIGINS e, nonostante l’assenza di pubblicità battente, sta facendo una strage di cuori.

La pellicola narra la storia di Ian, un medico, un ricercatore, uno scienziato duro e puro che non accetta nessuna regola che non sia comprovata dai fatti. Il ragazzo è ossessionato dagli occhi, li fotografa, li studia e, quando capita, se ne innamora. Quelli che gli fanno perdere la testa appartengono a una misteriosa ragazza conosciuta ad una festa in maschera. È inutile, i due nonostante le abissali differenze, si accorgono subito di essere in sintonia e iniziano a vivere sull’’onda delle emozioni, sino al giorno in cui l’idillio, tragicamente, si spezza. Sofi muore e Ian si perde ma arriva Karen e lo salva.

© Fox Searchlight

Se vi state immaginando un polpettone melò siete fuori strada. I ORIGINS è un’opera drammatica con una componente fantascientifica atta a iniettare tensione. Tensione data dalla curiosità di vedere come la trama si evolva e come il protagonista cambi. Per tutta la vita, continuamente, il dubbio dell’esistenza di un legame tra anima e corpo si è fatto sentire e, ogni volta, Ian è rimasto scettico. Il giorno in cui suo figlio, Sofi e un misterioso esperimento si metteranno sulla sua strada, l’uomo si ritroverà ad agire in modo inaspettato e a dover decidere a cosa credere. D’altro canto, voi cosa fareste se domani vi mostrassero che l’anima esiste, che comunica in modo istintivo con il cervello e che si può “trasferire” per mezzo di reincarnazioni da una persona all’altra senza che questa ne abbia coscienza? E se i soggetti coinvolti in un simile delirio fossero i vostri affetti più stretti, cosa sareste disposti a fare pur di (non) credere?

© Fox Searchlight

La seconda prova di Cahill ha un ritmo che non perde un colpo; è pervasa da una malinconia molto particolare (che in alcuni momenti mi ha ricordato quella di BYZANTIUM); ha una fotografia da far invidia alle grandi produzioni; è sobria nel trattare argomenti in grado di destabilizzare i più; e mostra un’attenzione e una delicatezza che tanti lavori di autori navigati non presentano. È un film bello nell’essere velato dalla tristezza, teso grazie alle continue scoperte, intelligente nell’esposizione e, soprattutto, nell’assenza di proselitismo.

I ORIGINS ammalia, stuzzica e fa sognare ognuno in modo diverso. È da vedere e rivedere. È un’opera che ti entra sottopelle con una semplicità disarmante perché alla fine è una gran dichiarazione d’amore.

Vissia Menza

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