Se la domanda fosse “Perché?”, la risposta sarebbe: “Perché non è che la letteratura sul e del Brunei offra più di tanto, maledizione”.
Se la domanda dovesse diventare: “Ma lo hai letto tutto?”, la risposta diventerebbe: “Ma stai scherzando, si? Mi è bastata una novantina abbondante di pagine per comprendere che tipo di roba fosse”.
Se poi la domanda assumesse toni di scongiuro e virasse su “Me ne racconti comunque qualcosa?”, la risposta non potrebbe che comprendere la seguente combinazione di vocaboli: “Autobiografia – Inquietante – Volgaruccio”
Autobiografia, perché il romanzo è (dichiaratamente) il sunto della vita di una ragazza newyorkese che abbandona gli studi e diventa spogliarellista. Non sufficientemente paga della china che ha preso la sua esistenza, dalla danza intorno al palo scivola facilmente ad altri tipi di balli (e di pali) fino a intraprendere un curioso viaggio verso il Brunei con l’aspirazione di diventare una concubina del fratello del sultano del Brunei (fra i primi cinque uomini più ricchi del pianeta).
Di inquietante ci sono almeno un paio di aspetti: il primo – sarò banalotto e anche un po’ moralista – è la comprensione di come la fascinazione del potere e del denaro può spingere a gettare via una intera esistenza: “Mi seguì una guardia del corpo con una borsa-sacco piena di banconote. Chanel, Hermès, Versace, Dior, Armani, Gucci. Spesi una cifra da capogiro. Riempii di nuovi vestiti quindici valigie. Alla fine mi sdraiai sul letto e strinsi le ginocchia al petto. Così forte da strizzarmi via il disgusto che mi sentivo in gola”. Agghiacciante, come è agghiacciante che il romanzo abbia venduto poco meno di centomila copie nel primo mese di presenza nei bookstore americani.
Infine, la quarta di copertina strilla un surreale “caldo e sensuale” che è più distante di quanto riusciate a immaginare dalla realtà: “
Le mie notti nell’harem” sta alla sensualità come il mio tiro da tre sta al
rilascio di Stephen Curry. Il risultato è un continuo ondeggiare intorno al volgaruccio, spesso crollandoci dentro.
Alfonso d’Agostino
SCHEDA LIBRO
Autore: Jillian Lauren
Titolo: Le mie notti nell’harem
Traduzione: S. Placidi
Editore: Sperling & Kupfer
Collana: Saggi
Pagine: 306
ISBN: 978-8820049867
PROGETTI
Giro del mondo letterario: Brunei
Dici Alfonso e pensi alla sua amata Triestina, alla sua biblioteca (rigorosamente ordinata per case editrici) che cresce a vista d’occhio, alla Moleskine rossa sempre in mano e alla adorata Nikon con la quale cattura scorci di quotidianità, possibilmente tenendo il corpo macchina in bizzarre posizioni, che vengono premiati ma non pensiate di venirlo a sapere. Se non vi risponde al telefono probabilmente ha avuto uno dei tanti imprevisti che riuscirà a tramutare in un esilarante racconto di “Viva la sfiga!”. Perché lui ha ironia da vendere ed un vocabolario che va controcorrente in questo mondo dominato dagli sms e dagli acronimi indecifrabili. Decisamente il più polivalente di tutti noi dato che è… il nostro (e non solo) Blogger senior che con il suo alfonso76.com ha fatto entrare la blog-o-sfera nella nostra quotidianità.