Tutti noi abbiamo attori che, andando controtendenza, non riusciamo ad amare. A ogni nuova acclamata performance noi abbiamo la solita sensazione che ci sia sfuggito qualcosa. Non riusciamo a vedere il genio di cui tutti si sono innamorati. E, tutto sommato, sentici diversi un po’ ci piace. A me Ryan Gosling fa questo effetto. Lo trovo statico, nonostante in alcuni casi, come in DRIVE, lo imponesse la parte. Nulla da fare, non mi convince.
Per fortuna ci sono le amiche che, all’ennesimo “non sono dìaccordo”, decidono di farmi cambiare idea prima a parole poi coi fatti, nel mio caso mettendomi in borsa un DVD. E quel disco nella borsa ci è rimasto un bel po’. Innegabile che qualsiasi altro film senza Gosling passasse davanti a quello tanto consigliato. Trascorrono i mesi, arrivano le prime domeniche noiose e piovose, e infine non ho più scuse: è giunto il momento di vedere LARS E UNA RAGAZZA TUTTA SUA.
Produzione del 2007, cast con una stella (oltre al bel Ryan) che brilla sugli altri (Patricia Clarckson), nome del regista avvolto nella nebbia. Ho deciso di non leggere nulla ma gettarmi alla cieca in questa avventura. Ora sono sicura sia stata la scelta migliore e le ricerche ex post mi hanno riservato pure qualche sorpresa.
Prima però vi presento Lars, un giovanottone, buono come un pezzo di pane, coscienzioso, credente, belloccio ma introverso, che vive nel garage del fratello maggiore. La stranezza più grande però avverrà il giorno in cui Lars presenterà in famiglia la sua nuova ragazza: Bianca. Bianca è bella, indossa una vistosa mise ma è votata alle cause dei più disagiati, purtroppo è costretta su una sedia a rotelle (che le hanno appena rubato) ed è molto riservata e silenziosa. Una coppia che potremmo definire perfettamente assortita, se non fosse che Bianca è… una bambola con sembianze umana. Esatto, proprio del genere che state pensando. Fugate subito i pensieri impuri, perché i nostri fidanzatini si terranno ben distanti dalle lenzuola e il loro sarà uno dei più puri e teneri rapporti, di quelli che finiranno col cambiare tutti e tutto.
È chiaro che il ragazzo stia cercando di metabolizzare un trauma ma, inizialmente, i più traumatizzati appaiono i parenti e i parrocchiani quasi pietrificati e incapaci di assecondare quella che a tutti gli effetti sembra essere una follia. Com’è ovvio, pian piano, Bianca riuscirà a insegnare molto alla comunità e a rendere libero Lars.
LARS E UNA RAGAZZA TUTTA SUA è incasellabile nella categoria dramedy, ossia commedia (perché si ride) drammatica (perché si sospira e rimugina un sacco). È uno di quei film che non ti aspetti, in grado di sorprendere. E il suo protagonista dimostra inattese e notevoli doti recitative che comprovano solo quanto sia stato poco/mal sfruttato negli anni seguenti. L’attore, infatti, si trasforma in Lars al punto di farci dimenticare chi sia Ryan (Gosling). Il regista confeziona un’opera ritmata, curiosa, intelligente e attenta. Non c’è nessuna sbavatura, neppure uno scivolone finale nella melassa, al contrario, anche l’uso della fotografia si rivela funzionale e amplifica le emozioni di chi guarda.
Potete quindi immaginare il mio stupore quando il magico mondo di Wikipedia mi ha rivelato che dietro al misterioso nome Craig Gillespie si celasse il regista del mediocre remake “Fright Night – Il vampiro della porta accanto” (con Colin Farrell in uno dei suoi momenti più aonimi) e che questa fosse la sua prima esperienza nel lungometraggio. Va da sé che sia addirittura trasalita nel leggere che la sceneggiatura di Nancy Oliver fosse stata nominata agli Oscar® senza che qui nessuno se ne accorgesse. Perché quella candidatura era del tutto meritata. La pellicola è senza tempo e luogo e ci manda a casa con una lezione che si tiene lontana dalla ramanzina tipica dei film a stelle e strisce, dal pietismo del cinema mediterraneo, e dalla durezza scandinava.
LARS E UNA RAGAZZA TUTTA SUA è un’opera indie e pacata, che racconta l’emancipazione di un uomo in una piccola comunità. Il risultato è a dir poco adorabile. Spetta a voi decidere se godervi la visione oppure se far vostra la storia, interiorizzarla e riporre fiducia nel domani. Io, prometto, che la prossima volta sarò meno prevenuta nel giudicare Ryan Gosling.
Vissia Menza
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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