Ogni tanto mi capita di leggere romanzi, spesso editi da piccole case editrici, di spessore narrativo notevole; inevitabilmente, si affaccia alla mia mente il pensiero “Se lo stesso libro fosse stato scritto da Baricco / Benni / Camilleri – Metteteci-Il-Nome-Che-Volete avrebbe venduto decine di migliaia di copie”.
A volte, poi, capita l’esatto contrario: mi sorprendo cioè a pensare se un romanzo come “Il Diavolo e la Signorina Prym” avrebbe superato lo scoglio di un primo valutatore in una media casa editrice, in assenza naturalmente dell’incredibile successo editoriale de “L’Alchimista” e di altre prove narrative dello stesso Paulo Coelho.
Francamente, non ne sono così certo.
Trama, che poi altrimenti qualcuno si arrabbia: la vita sonnecchiosa dei 281 abitanti di Viscos viene scossa dall’arrivo di uno strano individuo che, con l’involontaria assistenza di una ragazza del luogo (Chantal Prym), darà il via ad un diabolico gioco teso a dimostrare la cattiveria insita nel genere umano.
Probabilmente è colpa mia, non ho mai amato eccessivamente le favolette; l’effetto mi è sembrato francamente quello, e il magnifico tema della lotta eterna fra Bene e Male è stato trattato con profondità ben maggiore da autori che – loro si – hanno segnato la storia della letteratura mondiale; è innegabile che alcune delle metafore utilizzate siano affascinanti – quella dei “modelli” di Leonardo da Vinci per l’Ultima Cena la sto rivendendo con una certa frequenza – ma non mi sembra siano sufficienti per nobilitare un testo un po’ furbo, ammiccante, commercialmente ineccepibile ma narrativamente troppo povero.
Poi, come capita su alcuni autori in particolare, su Coelho ci si divide profondamente in opposte fazioni. Personalmente, non lo trovo così stimolante per un pensiero profondo come, di norma, si cerca di farlo passare.
Alfonso d’Agostino
SCHEDA LIBRO
Autore: Paulo Coelho
Titolo: Il Diavolo e la Signorina Prym
Traduzione: R. Desti
Editore: Bompiani
Collana: I libri di Paulo Coelho
Pagine: 170
ISBN: 978-8845275975
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PROGETTI
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Giro del mondo letterario: Brasile
Dici Alfonso e pensi alla sua amata Triestina, alla sua biblioteca (rigorosamente ordinata per case editrici) che cresce a vista d’occhio, alla Moleskine rossa sempre in mano e alla adorata Nikon con la quale cattura scorci di quotidianità, possibilmente tenendo il corpo macchina in bizzarre posizioni, che vengono premiati ma non pensiate di venirlo a sapere. Se non vi risponde al telefono probabilmente ha avuto uno dei tanti imprevisti che riuscirà a tramutare in un esilarante racconto di “Viva la sfiga!”. Perché lui ha ironia da vendere ed un vocabolario che va controcorrente in questo mondo dominato dagli sms e dagli acronimi indecifrabili. Decisamente il più polivalente di tutti noi dato che è… il nostro (e non solo) Blogger senior che con il suo alfonso76.com ha fatto entrare la blog-o-sfera nella nostra quotidianità.
Concordo pienamente: ho letto il libro e l’ho trovato… velleitario, se mi perdoni il termine. Forse la mia opinione è viziata da una scarsa simpatia nei confronti di Coelho, che secondo me è soprattutto uno scrittore che sa gestire molto bene la sua immagine. Che sia bravo a scrivere non c’è dubbio, ma per essere un autore di fama universale e – per molti – un guru credo che ci voglia anche altro, per esempio delle cose da raccontare.