questa sera mi sono messo davanti alla tastiera e non so esattamente quali saranno i sentimenti che pervaderanno questa mia nota. Inizierò con un’emozione personalissima che non posso tacere per molto: ogni settimana, mentre affronto la prova enigmistica a cui hai deciso di sottoporci, provo un pizzico di N_______A (2 orizzontale: “Per Romina e Albano era canaglia“). Devi sapere che c’è stato un lungo periodo di tempo in cui fra il mio cellulare e quello di un carissimo amico era sorto un continuativo scambio di SMS di inequivocabile tenore: ci si confrontava sulla percentuale di completamento del tuo cruciverba, a volte – devo ammetterlo – utilizzando appellativi non ripetibili in contesti che prevedano orecchie innocenti, in altre occasioni con parole colme di ammirazione.
Poi, oh, inutile nasconderlo, sei stato anche una fonte di INC____U_A (3 orizzontale: “Profonda arrabbiatura (volg.)“. Quello che aspetto ogni giovedì in fondo è un pochino anche questo; si, lo so, può sembrare strano affrontare una giornata con la segreta speranza di arrabbiarsi, ma è un po’ come quando vai allo stadio e il centravanti della squadra avversaria infila un gran gol, un destro a giro all’incrocio dal vertice opposto dell’area di rigore. Provi un fastidio sottile, ma in fondo sei un po’ grato di aver potuto assistere a un gesto tecnico di alto livello. Ecco, così.
Perché ogni volta che scappuccio la penna e cerco il tuo schema a metà del settimanale, so già cosa mi aspetta: un paio di definizioni promettenti, di quelle che infili con una certa facilità, e subito dopo – in un incrocio che, sono certo, è studiato con paziente attenzione – alcune un po’ più complesse, ma fattibili con il ricorso alla memoria e alla cultura personale. Seguono un altro paio di risposte quasi (sottolineo quasi) banali, e quando son certo di aver ormai infilato la strada che mi condurrà alla sospirata V____IA (4 orizzontale: “Quella di Pirro ha un prezzo troppo alto“), arriva lui.
Lui è quell’incrocio impossibile, quello che ti farà lasciare un paio di caselline bianche, perché piuttosto che affidarsi a Google o all’aiuto della M____E (5 orizzontale: “Consorte“), lo schema rimarrà così.
Può essere l’accoppiamento fra il nome di un fiume africano e quello di un oscuro pittore fiammingo, oppure la somma di una città bretone e il più noto architetto sudcoreano, ma so che è lì.
E comunque, ci tenevo a dirti che la scorsa settimana ti ho concluso. Senza Google e senza aiuti. Tiè.
Dici Alfonso e pensi alla sua amata Triestina, alla sua biblioteca (rigorosamente ordinata per case editrici) che cresce a vista d’occhio, alla Moleskine rossa sempre in mano e alla adorata Nikon con la quale cattura scorci di quotidianità, possibilmente tenendo il corpo macchina in bizzarre posizioni, che vengono premiati ma non pensiate di venirlo a sapere. Se non vi risponde al telefono probabilmente ha avuto uno dei tanti imprevisti che riuscirà a tramutare in un esilarante racconto di “Viva la sfiga!”. Perché lui ha ironia da vendere ed un vocabolario che va controcorrente in questo mondo dominato dagli sms e dagli acronimi indecifrabili. Decisamente il più polivalente di tutti noi dato che è… il nostro (e non solo) Blogger senior che con il suo alfonso76.com ha fatto entrare la blog-o-sfera nella nostra quotidianità.