Primi anni novanta. Durante una recita scolastica uno studente perde la vita davanti agli sguardi impotenti e attoniti dei genitori e dei compagni di classe. Giorni nostri. Dopo due decadi, nel liceo in cui avvenne il nefasto incidente, un gruppo di studenti decide di riportare in scena la pièce che segnò la storia della scuola, The Gallows. Protagonisti di oggi sono due ragazzi: lei innamorata del palcoscenico, lui innamorato di… lei. Lo sforzo collettivo è di ricordare e omaggiare il passato mentre quello del migliore amico del protagonista è di esorcizzare i brutti ricordi dimostrando che oramai sia una storia chiusa.
Reese, Pfeifer, Cassidy e Ryan sono i quattro malcapitati che la notte prima del debutto si ritrovano intrappolati nel teatro in balia dell’anima inquieta di Charlie, lo studente morto vent’anni prima. Il suo fantasma pare, infatti, più che mai determinato a ottenere la sua rivincita, lui che neppure avrebbe dovuto interpretare la parte che gli costò la vita!
THE GALLOWS – L’ESECUZIONE è girato con il sistema del finto found footage. Filmino di pessima qualità, amatoriale, per lo più girato con il cellulare, per mano della testa calda del gruppo, Ryan. I quattro, dopo essersi introdotti nella notte nell’istituto scolastico, diventeranno l’oggetto del desiderio dello spirito che aleggia dietro le quinte. Contro un’anima furibonda, hanno ben poche speranze quattro ragazzini impressionabili che – ovviamente – prenderanno una serie di decisioni sconsiderate mettendosi sempre più in pericolo.
Come ogni opera basata su pseudo-filmati improvvisati, la camera traballa un sacco, le inquadrature vanno spesso e volentieri fuori fuoco e/o fuori scena, e i colori prediletti sono il rosso e il verde tipico della visione notturna. Respiro corto e urletti in lontananza regnano sovrani e, nonostante non assistiamo a spargimenti di sangue, né affrontiamo direttamente esseri tornati dall’al-di-là, intuiamo che uno alla volta i quattro giovani faranno una brutta fine.
THE GALLOWS – L’ESECUZIONE è uno di quegli horror 1.0, ossia per principianti. Riesce a inquietare solo chi non è aduso al genere e non ha mai fagocitato letteratura del terrore (forse). Tutto è da manuale, visto tante volte e, di conseguenza, prevedibile e facilmente dimenticabile. Nonostante le migliori intenzioni, è impossibile soffrire e venir presi in contropiede. Anche la risata è scongiurata dall’assenza dell’elemento splatter e/o della battuta sconsiderata detta al momento meno appropriato. A ben vedere, però, ciò che i mangia-pane-e-mostri avvertono come un handicap, per gli amanti del grande schermo con il cuore tenero potrebbe rivelarsi una benedizione: in molti potranno, infine, godersi un film dell’orrore con amici e amichette senza soffrire di incubi notturni. Potremmo ribattezzarlo “horror scacciapensieri”.
Insomma, c’è un bel po’ di fumo e poco arrosto. Soddisferà soprattutto gli estimatori occasionali, ferma restando una profonda ammirazione verso i due registi che hanno sfruttato la rete in modo creativo pur di riuscire a realizzare il loro progetto. Bravi per aver provato. La prossima volta andrà meglio :)
Vissia Menza
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”