Novità al cinema: l’A.S.S.O nella manica

È agosto, è ancora estate, non siamo del tutto pronti a riprendere i toni seri e la compostezza. Abbiamo molta voglia di evadere e il relax non è mai abbastanza. È cosi che capita di finire a vedere un film per adolescenti e a ridere fuori tempo massimo. Ammetto che i riscontri positivi di critica e pubblico mi avevano incuriosita al punto di concedere una chance ad una pellicola dal titolo, di primo acchito, ben poco promettente come L’A.S.S.O. NELLA MANICA. Ebbene, l’opera è molto meglio di quanto si creda. Confermo subito si tratti di un teen movie, di quelli che appaiono carini agli occhi dei liceali e che per noi più grandicelli siano solo un amabile sottofondo mentre cediamo al richiamo del malefico ferro da stiro. Però questo film ha molti pregi.

L’A.S.S.O. NELLA MANICA cavalca tutti i cliché. L’amica bruttina che i ragazzi carini si filano per ottenere un appuntamento con le belle della scuola qui si chiama Bianca e, come prevedibile, un giorno scoprirà per caso di essere “l’a.s.s.o nella manica”, ossia l’Amica Sfigata Strategicamente Oscena che vive di luce riflessa. Bianca decide di reagire e convince il belloccio della scuola, che guarda caso è il suo vicino di casa con la borsa di studio a rischio, ad aiutarla. L’equo scambio è presto deciso: diventare gnocca in cambio di appunti e ripetizioni di chimica (e altre materie ostili). La trama prosegue sempre sul sentiero più battuto sino a raggiungere un finale che è esattamente come ve lo state immaginando. Ma, d’altro canto, questa è una favola intrisa di romanticismo e il lieto fine è l’unico motivo per cui tutti coloro con gli occhi a forma di cuore continuano a correre al cinema.

Photo: courtesy of Eagle Pictures

Ciò che rende questa commedia frizzante e convincente è l’aver adeguato al nuovo millennio le situazioni (la scena della minaccia di elisione dai social è divertente e azzeccatissima); è l’aver evidenziato la dipendenza dalla realtà virtuale dei nativi digitali quale fonte primaria della loro solitudine (una citazione tra tutte: “ai miei tempi non avevamo le emoticon, usavamo le espressioni facciali” la dice lunga); e l’aver reso sfigata una ragazza curiosa, brillante, dotata di sarcasmo che ci regala battute al momento giusto e non permette mai agli eccessi di prendere il sopravvento, premiando implicitamente gli esseri normodotati, pensanti e non omologati.

Come se non bastasse, tutti i personaggi sono credibili, con la loro fermezza, la franchezza e la voglia di essere zuccherini, grazie ad attori in grado di farci dimenticare che la loro età non sia esattamente quella dei frequentatori delle superiori.

In poche parole, L’A.S.S.O. NELLA MANICA funziona: diverte, intrattiene e non fa male a nessuno. È un film ben fatto che mira a un pubblico preciso il quale non potrà che esserne felice. Viene da un libro, “Quanto ti ho odiato” di Kody Keplinger, ma è soprattutto l’ottimo esordio nel lungometraggio di Ari Sandel vincitore, pensate un po’, di un Oscar® per il cortomentraggio “West Bank Story”.

Vissia Menza

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