Avevamo lasciato un Rocco Schiavone affranto per il dolore della perdita di un’amica, trucidata nel suo letto per uno scambio di persona da un killer sconosciuto. Avevamo subito lo sconforto e sentito montare un desiderio infinito di vendetta: che il teatro fosse Roma o Aosta, quello che volevamo era il sangue dell’assassino.

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Nel nuovo romanzo di Antonio Manzini, ritroviamo Schiavone in un residence, con una unica compagna a quattro zampe. Lo ritroviamo privo di energia e incapace di reagire, al punto da ricevere il rimbrotto della moglie defunta che, come in ogni puntata di questa saga sempre più affascinante, non manca di fare continuo capolino nei pensieri del commissario, pardon, vicequestore.

Dove troverà il nostro eroe la forza di affrontare l’ennesima durissima prova? Come farà a tornare in piena forma e, di conseguenza, a regalarci quella meravigliosa combinazione di metodi investigativi poco ortodossi, sete di giustizia, moralità tutta personale e sarcasmo da riempirci una petroliera?

Chiaro che non vi farò il torto di raccontarvelo. Mi limito ad un pensiero che mi ha colpito oggi mentre, comodamente adagiato sull’asciugamano in terra istriana, mi godevo lo sciabordio delle onde e il silenzio della caletta: quando stringi più forte il volume che hai tra le mani e ti infuri perché il personaggio di un libro non fa quello che secondo te dovrebbe, quando avverti quasi fisicamente il dispiacere per un uomo privo di direzione che non sa (o, peggio, non vuole) approfittare delle occasioni di amicizia che gli sono messe sulla strada, beh, vuol dire che hai trovato un amico di carta, un protagonista letterario che senti davvero tuo.

Schiavo’, vedi di non farmi arrabbiare troppo, ti prego.

Alfonso d’Agostino

SCHEDA LIBRO
Autore: Antonio Manzini
Titolo: Era di maggio
Editore: Sellerio
Collana: La memoria
Pagine: 381
ISBN: 978-8838933745

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