Arrivederci al 3 agosto 2016!

Ieri è calato il sipario sul 68° Festival del film Locarno dopo l’assegnazione dei Pardi agli autori che hanno convinto le giurie e il pubblico.

Tanta è stata la nostra soddisfazione nel vedere, ieri sera, consegnare i premi nella mani dei nostri favoriti. Per coloro che non ci hanno seguito durante gli ultimi quindici giorni, ecco una carrellata dei migliori del Concorso internazionale di quest’anno e, cliccando sui titoli, potrete leggere le recensioni scritte sull’onda dalle emozioni.

Il Pardo © Festival del film Locarno / Marco Abram

Il Pardo © Festival del film Locarno / Marco Abram

RIGHT NOW, WRONG THEN di HONG Sangsoo vince – meritatamente – il Pardo d’oro. Un’opera deliziosa, ironica, in perfetto equilibrio, che ci regala due ore d’intelligente svago: sguardo attento sull’essere umano, sulle sue debolezze, sul suo lato buffo e sui suoi errori. Una storia senza tempo e senza patria in grado di far ridere un pubblico eterogeneo come quello che si riversa in città durante il Festival – chapeau! – il cui protagonista, JUNG JAE-YOUNG si è aggiudicato il premio di miglior attore.

TIKKUN di Avishai Sivan porta a casa il premio speciale della giuria e la menzione speciale per la fotografia di Shai Goldman. Per giorni abbiamo parlato dei suoi toni di grigio che hanno colpito anche chi non si è innamorato perdutamente di questo lungometraggio.

La miglior regia è stata considerata quella di ANDRZEJ ZULAWSKI per COSMOS, unico caso in cui il mio disappunto si è fatto sentire. Nonostante l’esperienza del suo regista, il film mi ha reso insofferente. E mi fermo qui.

Un ex-aequo più unico che raro, invece, è stato il pardo per la miglior interpretazione femminile andato a TANAKA SACHIE, KIKUCHI HAZUKI, MIHARA MAIKO, KAWAMURA RIRA, le quattro splendide protagoniste di HAPPY HOUR. La pellicola, di cinque abbondanti ore, del cineasta giapponese HAMAGUCHI Ryusuke, si aggiudica anche una menzione speciale per la sceneggiatura. Impossibile non concordare: per la prima volta non ho sofferto neppure un minuto talmente ero rapita dalle immagini, dalla musica, dalla storia. Le quattro donne hanno una forza che infonde coraggio. Gran prova d’autore.

Le attrici di HAPPY HOUR Kawamura Rira, Mihara Maiko, Kikuchi Hazuki e Tanaka Sachie © Festival del film Locarno / Sailas Vanetti

Le attrici di HAPPY HOUR Kawamura Rira, Mihara Maiko, Kikuchi Hazuki e Tanaka Sachie © Festival del film Locarno / Sailas Vanetti

Dati i pronostici, i grandi esclusi, sono stati l’italiano Pietro Marcello, Ben Rivers e gli americani. Ogni anno arrivano dal Sundance lavori solidissimi, diretti da giovani talenti, che piacciono a pubblico e critica ma, spesso e volentieri, non riescono a salire sul podio. Questa è stata la volta di JAMES WHITE e ENTERTAINMENT, entrambi con due protagonisti che avevano tutte le carte in regola per insidiare JUNG JAE-YOUNG. Nulla da fare, il cinema indie, non riesce a far breccia nel cuore del vecchio continente.

L’assenza che ho notato maggiormente è stata quella di un riconoscimento a CHEVALIER, opera non perfetta ma intrigante nel soggetto e nell’ambientazione. Un gruppo di amici, in mezzo al mare, intraprendono un gioco apparentemente innocente che avrà risvolti drammatici. È il classico caso in cui, con una maggior dose di suspense o un’esaltazione del lato claustrofobico sarebbe scaturito un thriller psicologico in grado di sedurre il grande pubblico, anche il più restio.

In attesa di vedere quali pellicole riusciranno ad arrivare in sala nei prossimi mesi, noi sfogliamo il nostro diario di questa 68° edizione del Festival e vi aspettiamo nel 2016, sempre qui, sulle sponde elvetiche del lago Maggiore.

Vissia Menza

Il regista di RIGHT NOW, WRONG THEN Hong Sang-soo © Festival del Film Locarno / Massimo Pedrazzini

Il regista di RIGHT NOW, WRONG THEN Hong Sang-soo © Festival del Film Locarno / Massimo Pedrazzini

Ultimo aggiornamento il 16 agosto alle 23:35