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LA VANITÉ è il film svizzero proiettato in anteprima ieri nella magica cornice di Piazza Grande a Locarno. Narra una storia particolare nell’argomento e nella sua rappresentazione. Quella che vediamo è, infatti, l’ultima sera di vita del signor David Miller, un architetto, che oggi ha deciso di farla finita. A fargli compagnia, in una stanza di motel, ci sono Esperanza, la volontaria dell’associazione di morte assistita per nulla ferrata sulla procedura, e Trèplev, l’improvvisato testimone nonché prostituto della camera a fianco.

Con questi tre personaggi, un paio di comparse, un abitacolo e la famigerata stanzetta, la parabola di David Miller prende il via. Tutta l’azione si concentra entro quelle quattro mura e, per più o meno 70 minuti, ci sentiamo in sintonia con quelle tre persone. Esperanza con i suoi timori, il signor Miller con le sue certezze e Treplev con la sua doppia vita ricca di aneddoti. Il trio è eterogeneo e mette in scena una serie di situazioni reali, caricaturali, malinconiche. Esatto, LA VANITÉ è una dolce commedia triste, condita di sottile ironia, che ci regala una serata amabilmente grottesca. Anche se, alla fine, quando ripensiamo a quanto visto, tutto ci appare più veritiero rispetto alla prima impressione.

Photo: courtesy of Festival del film Locarno

Photo: courtesy of Festival del film Locarno

Lo scoramento di Miller, infatti, non è qualcosa di astratto, al contrario, è all’ordine del giorno ed Esperanza e Treplev sono goffi, maldestri, improvvisati, provano un disagio che conosciamo. Non è quindi difficile amare lo sgangherato trio e rimanere in sua compagnia in un ambiente così ristretto.

LA VANITÉ è stato definito dal suo autore, Lionel Baier, un immobile road movie e, in effetti, è proprio cosi: a muoversi sono le emozioni e la tanta energia che si sprigiona in quel piccolo spazio.

Si parla di suicidio assistito e di quella generazione che ha vissuto il boom economico, che ha attraversato ogni sorta di rivoluzione culturale e sociale del 1900 e che, ora, vuole poter scegliere come e quando morire. Ma si anche parla anche di vita. Il nostro signor Miller non lo sa ma non è pronto a farla finita. Le sue continue domande sono sinonimo di joie de vivre. È lei a dominare la seconda parte, e sono l’amore, e la voglia di essere amati, a emergere. Tutti, in modo diverso, intraprenderanno un viaggio personale che li farà lasciare il motel cambiati e arricchiti.

LA VANITÉ è un racconto raccolto che merita l’intimità di un teatro. È un film equilibrato e squisito che mostra quanto, talvolta, non ci rendiamo conto di essere attaccati alla vita. È delizioso.

Vissia Menza

Photo: courtesy of Festival del film Locarno

Photo: courtesy of Festival del film Locarno