In Piazza Grande ieri sera si parlava francese. La proiezione notturna è stata all’insegna del buon umore grazie alla nuova fatica del regista canadese Philippe Falardeau. Il suo GUIBORD S’EN VA-T-EN GUERRE racconta la storia di un politico e del suo nuovo stagista, del loro viaggio attraverso il Paese nel tentativo di risolvere i problemi direttamente sul territorio, sino al giorno in cui un GRAN problema a livello nazionale (che non vi svelerò) imporrà loro un viaggio inedito.
Quello che vedrete (speriamo tra qualche settimana o mese) è un divertente on the road in cui due uomini, che inizialmente appaiono molto diversi, svilupperanno un legame non solo lavorativo ma anche d’amicizia in cui entrambi impareranno una lezione importante.
Il regista del magnifico “Monsieur Lazhar” torna al Festival per mostrare una nuova istantanea del Québec. Sempre stranieri sono gli occhi dell’osservatore ma questa volta i toni son meno tristi e più ottimistici. GUIBORD S’EN VA-T-EN GUERRE è una commedia dall’inizio alla fine, è un film frizzante che parla col sorriso d’integrità, politica, democrazia, ossia di quei concetti che sono probabilmente ovvi a ogni canadese ma non si può dire altrettanto di chi – per esempio – arrivi da Haiti.
E siccome ogni mamma haitiana spera che il proprio bambino un giorno diventi Presidente, ecco che Souverain si trova, dopo molti tentativi, catapultato nelle terre più a Nord del Québec al fianco di un parlamentare che rappresenta quel territorio isolato e molto particolare, monsieur Guibord. Souverain avrà molto da imparare ma anche tanto da dare.
La pellicola scorre e diverte il pubblico. La luce cambia a seconda delle situazioni, il sarcasmo si avverte ma è velato, sottile e gentile. Ogni riferimento è fine e pensato (la scena della fumata bianca è geniale) e gli omaggi che credevamo di esserci sognati, in conferenza stampa, ci vengono invece confermati. Nel complesso GUIBORD S’EN VA-T-EN GUERRE è un lavoro riuscito adatto a tutti, grandi e piccini.
Uguaglianza e amicizia sono i due capisaldi di un’opera in cui si parla un francese diverso dal nostro che ci ricorda quanto lontano siamo dovuti andare per una notte. E peculiare è che sia stato proiettato qui in Svizzera a sole sei ore di anticipo rispetto alla piazza Grande di Montreal.
Vissia Menza
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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