Può nel 2015 un film di finzione incentrato sui crimini nazisti avere ancora qualcosa da raccontare? A prima vista avrei risposto con un sonoro NO. Poi, per caso, sono finita all’anteprima del nuovo lavoro di Lars Kraume, DER STAAT GEGEN FRITZ BAUER (The people vs Fritz Bauer, in inglese) e sono rimasta catturata dagli eventi narrati, trascinata dalla passione dell’uomo, incantata dai delicati risvolti della storia.

Il film è incentrato sulla figura del signor Fritz Bauer, sul suo lavoro, i suoi nemici, e sulla sua personalità. Era intelligente, acuto, dotato di ironia, attento. Ma è anche una fotografia della Germania post-bellica, degli anni ’50 e dei legami famigliari come concepiti allora. Le leggi, i timori, l’attitudine, nella pellicola non manca davvero nulla.

DER STAAT GEGEN FRITZ BAUER - Foto: Festival del film Locarno

© Festival del film Locarno

Fritz Bauer non è un personaggio di fantasia, è realmente esistito ed è un vero eroe moderno: sacrificò tutto pur di portare a termine la sua missione. Prese le distanze dai colleghi, dalla sua comunità, annientò la propria vita privata, soffocò la sessualità e, una volta raggiunto lo scopo, ebbe come ricompensa l’oblio. Solo nel 1978, un giornalista israeliano, lo riportò agli onori della cronaca.

La sua fu una storia controcorrente e il film contribuisce a non farci dimenticare il passato e, soprattutto, ci insegna l’importanza dei valori e dell’integrità di una persona, il potere di volontà e determinazione. Nonostante i toni (delicati e patinati) e la vena poliziesca siano due motivi più che sufficienti per promuoverlo, Kraume non si ferma qui: stimola la curiosità e suscita stupore nel pubblico offrendo un insolito affresco della Germania, delle sue dinamiche e delle leggi (ai nostri occhi desuete e insensate) dell’epoca. Ed è proprio questo secondo aspetto a riservare le migliori sorprese.

© Festival del film Locarno

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DER STAAT GEGEN FRITZ BAUER è stato il primo caso di questa 68° edizione del Festival a mettere tutti d’accordo e a innescare il passaparola. È un’opera sorprendente. Non fa leva sui sensi di colpa, non induce al piagnisteo e non mostra alcuna scena cruda o immagine già vista. Gli attori sono sobri e convincenti. I colori sono cupi ma non opprimenti e contribuiscono a raccontare l’accaduto in un modo che non ci aspettiamo. Due uomini, due colleghi, in un’epoca in cui la libertà di espressione e diritti inviolabili non erano quelli che conosciamo, sono divenuti “complici” nel compimento di un incredibile fatto storico e nel superamento di ostacoli e barriere che non si dovevano valicare.

È incredibile quanti fatti ci sfuggano, quanti eroi siano nell’ombra, quanto l’essere umano sia ottuso e opportunista. Dà non poco sollievo saper che là fuori ci sia ancora molto di bello da scoprire.

L’augurio è che per DER STAAT GEGEN FRITZ BAUER Locarno sia stata solo la prima tappa di un lungo viaggio.

Vissia Menza

© Festival del film Locarno

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