Il film LEFT BEHIND – LA PROFEZIA: qualcuno salvi Cage

I film che si agganciano in vario modo alla religione, non sono nuovi. La storia del cinema annovera un nutrito numero di colossal a tema biblico: da I 10 COMANDAMENTI a LA BIBBIA, senza dimenticare LA TUNICA, il più recente La PASSIONE DI CRISTO o EXODUS e NOAH dello scorso anno. Trasposizioni molto romanzate di passaggi della Bibbia, confezionate con le migliori intenzioni, tutte più o meno travolgenti, talvolta addirittura spassose, e sempre di alto livello.

Sino a pochi giorni fa, ignoravo invece l’esistenza del romanzo GLI ESCLUSI e dei quindici (!) tomi che ne sono seguiti. Una vera e propria saga fantastico-apocalittica, che ha dominato le classifiche delle librerie americane (e non), dedicata alle profezie di Giovanni, Ezechiele e Daniele da cui, col cambio di millennio, è nata una prima versione cinematografica.

Photo: curtesy of Notorious Pictures

La pellicola di oggi è il secondo tentativo di trasporre una profezia molto particolare: la fine del mondo e il modo in cui le anime – di coloro che credono – verranno salvate dall’Altissimo. La famiglia che seguiamo è quella di Rayford Steel (Nicolas Cage), pilota di linea diretto a Londra proprio il giorno dell’Armageddon. Poco prima di partire riesce a incrociare la figlia, rincasata a sorpresa, a cui è molto legato dopo che la moglie ha deciso di dedicare la sua esistenza alla preghiera.

Poche ore dopo il decollo, a bordo dell’aereo di Ray accade una cosa inspiegabile: tutti i bambini e alcuni passeggeri svaniscono nel nulla. Mentre il panico e le ipotesi più folli dilagano sul velivolo, a terra le cose non vanno meglio. Seguiamo quindi le peripezie di papà ad alta quota e dell’amata figliola qualche metro più sotto, in attesa che il mistero si spieghi (o si infittisca).

Photo: curtesy of Notorious Pictures

Primo di una trilogia, questo film ha un ritmo sostenuto, a tratti intrigante, nonostante non riesca mai del tutto a rapire lo spettatore. Cage è… Cage, la mimica è quella a cui ci ha da sempre abituati, ma – ironicamente – rispetto al resto dei passeggeri riesce a spiccare e risultare il migliore, il più simpatico, l’unico attore. LEFT BEHIND ha, infatti, un taglio bizzarro che sembra puntare a quella fetta di pubblico incline a credere che quanto stia accadendo sullo schermo non sia solo un racconto di fantasia.

L’opera pare rinunciare al thrilling e/o a cavalcare l’onda sci-fi in favore della fede, perlomeno quella dello spettatore nei confronti di questa storia. Ma, chiederci di credere a una trama senza grandi sorprese, illusioni o spiegazioni, senza neppure provare a istillarci quella curiosità che normalmente ci incolla allo poltrona sino all’ultima scena, è davvero pretendere un grande atto di fiducia.

Photo: courtesy of Notorious Pictures

Nei periodi di crisi è normale che una pellicola traboccante buoni propositi e messaggi di salvezza, pace e vita migliore, venga accolta con benevolenza ma in LEFT BEHIND la leggerezza è tale da risultare eccessiva e farmi temere che qualcuno sia realmente convinto che il pubblico non si ponga più domande, sia rassegnato e abbia gettato dalla finestra la razionalità diventando più disponibile a bersi ogni fantasiosa storia con un bel involucro.

Non si capisce perché un simile prodotto sia in sala a ridosso del mese di Agosto. Appare, infatti, più adatto al tubo catodico. E’ intrattenimento da pomeriggi uggiosi: è avvincente e credibile quanto il puntatone di una soap opera e in alcuni momenti emana profumo di proselitismo anche se, alla fine, non fa danni. Chissà, magari a qualcuno riuscirà anche a dar sollievo. Come dicono a Milano: sperem.

Vissia Menza

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