Taslima Nasreen, autrice del romanzo-reportage “Vergogna” edito in Italia da Mondadori, è stata spesso indicata come la “Salman Rushdie al femminile”. Come lo scrittore indiano, Taslima è stata oggetto di una fatwa proprio per questa pubblicazione che descrive gli abusi verso le donne e le minoranze indù nel suo paese natale: il Bangladesh.
Può sembrare incredibile, ma era il 1993: poco più di venti anni fa una scrittrice coraggiosa, decisa a portare alla luce le contraddizioni di un paese la cui costituzione garantiva libertà di culto ma che in realtà applicava le più becere posizioni fondamentaliste islamiche, fu condannata a morte per blasfemia. Taslima riuscì a fuggire dal suo paese e si rifugiò in Svezia dove le fu riconosciuto il diritto di asilo.
Guardiamo tutti il telegiornale, e sappiamo bene che la situazione su questa palla che orbita intorno al Sole non è migliorata di molto: nel marzo 2007, peraltro, l'”All India Ibtehad Council” (un partito indiano di ispirazione islamista che ha ottenuto 7 seggi in Parlamento) promise 500.000 rupie per la sua decapitazione…
“Vergogna” è scritto di getto, e non è che non si colga. Racconta la storia di una famiglia indù e, attraverso di essa, tutti gli orrori del fondamentalismo religioso islamico, con una sorta di enciclopedia del crimine che è diventata cronaca di tutti i giorni. Quello che più colpisce nel libro è però la varietà di atteggiamenti dei componenti della famiglia protagonista: il padre rifiuta l’abbandono della terra dei suoi avi, e disprezza chi sta cedendo al ricatto; Maya, la figlia minore, si allontana da casa e sogna l’approvazione dei suoi amici musulmani, la madre rimane semplicemente muta, rassegnata, spenta. E’ storia di intolleranza e storia di migrazione: la tragedia di un intero popolo profugo, di un viaggio verso l’ignoto, di uomini costretti ad abbandonare l’aria che hanno respirato, la terra che hanno coltivato, l’acqua che li ha bagnati.
Sono certo che ne coglierete gli aspetti più contemporanei.
E mentre leggete, sappiate che nel 2012, “il preside di una scuola tecnica nel distretto di Pirojpur (sud del Bangladesh) è stato arrestato perché in possesso di una copia di Lajja (Shame, “vergogna”), il noto romanzo della scrittrice Taslima Nasrin. Il libro è proibito in Bangladesh dal 1993 perché ritenuto blasfemo nei confronti dell’islam, religione di Stato. L’insegnante, Yunus Ali, rischia fino a tre anni di carcere.”
Alfonso d’Agostino
SCHEDA LIBRO
Autore: Taslima Nasreen
Titolo: Vergogna
Traduzione: Orsola Fenghi
Editore: Mondadori
Collana: Oscar bestsellers
Pagine: 252
ISBN: 978-8804418672
PROGETTI
Giro del mondo letterario: Bangladesh
Dici Alfonso e pensi alla sua amata Triestina, alla sua biblioteca (rigorosamente ordinata per case editrici) che cresce a vista d’occhio, alla Moleskine rossa sempre in mano e alla adorata Nikon con la quale cattura scorci di quotidianità, possibilmente tenendo il corpo macchina in bizzarre posizioni, che vengono premiati ma non pensiate di venirlo a sapere. Se non vi risponde al telefono probabilmente ha avuto uno dei tanti imprevisti che riuscirà a tramutare in un esilarante racconto di “Viva la sfiga!”. Perché lui ha ironia da vendere ed un vocabolario che va controcorrente in questo mondo dominato dagli sms e dagli acronimi indecifrabili. Decisamente il più polivalente di tutti noi dato che è… il nostro (e non solo) Blogger senior che con il suo alfonso76.com ha fatto entrare la blog-o-sfera nella nostra quotidianità.