28 GIUGNO 1969: I MOTI DI STONEWALL

Questo è lo screenshot della pagina Facebook della Casa Bianca, fissato nel pomeriggio del 26 giugno 2015. Pochi minuti prima la Corte Suprema degli Stati Uniti aveva emesso una sentenza secondo cui il matrimonio è un diritto garantito dalla Costituzione anche alle coppie omosessuali. Questo significa che nessuno dei 50 Stati potrà più promulgare leggi che vietino a due persone dello stesso sesso di sposarsi, e che tutti gli Stati saranno tenuti a riconoscere i matrimoni omosessuali contratti in qualsiasi parte del Paese.
E’ passato mezzo secolo dal Civil Rights Act, che demolì finalmente, de lege se non de facto, la discriminazione verso i neri e il regime di segregazione razziale; che fra l’altro portava a vietare espressamente i matrimoni misti in 30 Stati su 50. Cade ora uno degli ultimi ostacoli all’effettiva e totale eguaglianza fra i cittadini americani, nel rispetto di quel tutti gli uomini sono stati creati uguali scritto nelle prime righe della Dichiarazione d’Indipendenza del 1776.
Molte cose sono dunque cambiate dai tempi dei cosiddetti “Moti di Stonewall”.

Negli anni ’60 lo Stonewall Inn era un malfamato locale notturno sito al 53 di Christopher Street, nel Greenwich Village di Manhattan, in cui si esibivano alcune drag queen. Malfamato perché era gestito da un uomo della mafia, che foraggiava regolarmente la polizia affinché chiudesse un occhio sull’attività illegale che vi si svolgeva. Gioco d’azzardo? Spaccio di droga? No, per una ragione che oggi ci appare totalmente surreale: la somministrazione di bevande alcoliche agli omosessuali (!) Esisteva infatti all’epoca a New York un regolamento comunale che lo vietava, al fine di evitare proprio ciò che accadeva allo Stonewall: era diventato un luogo di aggregazione per giovani omosessuali squattrinati, spesso buttati fuori di casa, che non potevano certo permettersi certi locali discreti e raffinati del centro. Erano solo due stanze poco illuminate, senza acqua corrente, dove si servivano liquori annacquati e troppo cari. Come ricorda Jerry Hoose, oggi gestore del locale e membro fondatore del Gay Liberation Front, “il bar era un vero cesso, ma era un rifugio; era un rifugio temporaneo dalla strada.”

Alla fine degli anni ’60 l’American Psychiatric Association classificava ancora l’omosessualità come un disturbo mentale, e gli uomini gay e le donne lesbiche erano oggetto di universale condanna morale da parte delle religioni tradizionali. L’atto sessuale omosessuale, anche in case private, era punibile con forti ammende e carcere in tutti gli Stati Uniti, tranne l’Illinois. Restavano dunque impuniti, perché nessuno si sognava di denunciarli, atti di bullismo, aggressioni, pestaggi e addirittura omicidi.

Con il crescere del movimento anti-autoritario studentesco del 1967-68 e della protesta contro la guerra del Vietnam, i tempi erano maturi. Nelle prime ore del mattino del 28 giugno 1969 la polizia, nonostante le bustarelle, fece allo Stonewall Inn una retata di troppo. Questa volta l’intera strada si rivoltò, esplosero proteste e manifestazioni violente che durarono per i successivi sei giorni al grido di “Gay Power”, mutuato direttamente dal Black Power delle Pantere Nere.
Dopo i Moti di Stonewall, come sono oggi chiamati, le frammentate associazioni “omofile” sparse per il Paese accantonarono i timori e gli interminabili dibattiti, si compattarono e passarono all’azione, creando un vero movimento politico, forte e articolato, che ha combattuto molte battaglie ed ora ne ha vinta una davvero importante.
Quel 28 giugno segnò dunque una svolta fondamentale nel moderno movimento per i diritti civili gay, prima negli Stati Uniti, poi nel resto del mondo. E la data del 28 giugno è stata da allora scelta dal movimento LGBT come data della Giornata Mondiale dell’orgoglio di sé, che ha il suo culmine ogni anno nelle celebri sfilate del Gay Pride.

M.P.

View Comments (7)

  • Quindi supportate l'istituzione delle nozze fra persone dello stesso sesso anche in Italia? Incluse le adozioni?

    • A fronte delle notizie e degli eventi di questi giorni abbiamo ricordato un evento storico.

  • fossi in voi affronterei l'argomento con più cautela.
    il racconto della storia non è mai imparziale, contiene sempre degli elementi di giudizio, anche solo nella scelta di raccontare un fatto piuttosto che un altro, come nel vostro caso.
    essendo l'argomento piuttosto delicato e con conseguenze culturalmente molto ampie e di una certa profondità, eviterei di "buttar lì" articoli come questo, che decisamente non mi pare abbiano lo spessore adeguato riguardo, appunto, alle "notizie ed eventi" di questi giorni, che a mio parere non si meritano un angoletto da "forse non sapevate che".
    mi era sembrato che solitamente i vostri articoli non fossero così superficiali.
    e un po' mi ha deluso. spero non ve la prendiate.

  • Caro/Cara/Indeciso Midomando, se per caso leggessi un mio articolo dedicato ad esempio ai 60 anni della Giulietta Alfa Romeo, ne dedurresti automaticamente che sono favorevole alla politica economica di Marchionne? Il tuo commento è del tutto off topic, ma anziché cancellarlo ho comunque deciso di risponderti, in quanto autrice di questo articoletto di pura e semplice cronaca.
    Queste sono pagine laiche, in cui si supportano tutte le battaglie di Libertà, Uguaglianza e Fraternità. Lo so che sono roba vecchia, risalgono addirittura al 1789, ma sono alla base della civiltà contemporanea.
    Se non sei d'accordo, che devo dirti: procurati una parrucca incipriata e abbuffati di brioche!

    Rispondo anche a Bha: questo articolo appartiene esattamente alla categoria "forse non sapevate che". E' stato pubblicato di domenica mattina e proprio in questa forma perché questo blog - come si legge nel sottotitolo - è dedicato a "Cinema, fotografia, libri, mostre, musica, teatro e qualsiasi altra arte". Ma ogni tanto ci prendiamo la libertà (vorresti negarcela?) di parlare anche d'altro, mantenendo però una forma semplice e concisa.
    Sono d'accordo con te, la storia della lotta per la parità di diritti civili dei gay d'America meriterebbe ben altro approfondimento. Se lo desideri sarà mio immenso piacere fornirti una ricca bibliografia al riguardo.

  • Ohibo, per aver posto solo una domanda mi si consigliano cipria e parrucca, adatte temo piú ad una sfilata che alla mia semplice quotidianitá. La civiltà del 1789 ha prodotto una bella serie di decapitazioni, devo preoccuparmi o c'è spazio anche per voci fuori dal coro?

  • Midomando, stavolta firmando Nonmidomandopiù un commento caritatevolmente bloccato dal moderatore, dev'essere un acceso filoborbonico, dato che si è dichiarato molto offeso per il mio riferimento al 1789.
    Amico, sei pregato di andare a trollare altrove.
    O sennò fatti un blog tutto tuo, dove potrai scrivere tutte le scempiaggini che ti passano per la testa.
    Qui sei in casa d'altri, non sono graditi ospiti che scatarrano sui tappeti.

  • Gentile MP, la ringrazio per aver risposto negativamente alla mia ultima domanda. Seppur piuttosto aggrrsssiva e velatamente insultante, la sua risposta sulla possibilità di ospitare voci fuori dal coro é inequivocabile. Raccolgo il suo invito e mi indirizzo altrove.

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