Hai voglia a demonizzare il web raccontandone soltanto gli aspetti più oscuri e sordidi. Nella quotidianità, poi, quello con cui ci confrontiamo sono le magnifiche opportunità che questo strumento ci regala.
Capita, ad esempio, di frequentare un popolare social network dedicato alla lettura e di venire a conoscenza di un progetto editoriale innovativo, atipico, affascinante. Oggi ospitiamo Daniela Mastropasqua, editore di To be continued, e la ringraziamo per la disponibilità a raccontarci qualcosa di questo “sogno di una mente che non ha paura di costruire castelli in aria, fatti di carta e non di carte”.
Buongiorno Daniela, e benvenuta su Masedomani.com! Ci racconti come è nato To be continued, e quali sono le sue peculiarità?
Il progetto To be continued è nato dalla mente di ragazze che hanno trovato nella lettura il miglior modo per fuggire alla realtà e in Jane Austen una zia che riesce a far sognare anche le generazioni più moderne. L’obiettivo del nostro piccolo marchio editoriale è quel di far rivivere i personaggi austeniani per far continuare a provare quelle emozioni che zia Jane ha fatto provare a generazioni e generazioni. Nessun desiderio di emulazione, solo un omaggio a una grande autrice.
Ci presenti anche il resto della squadra?
La squadra To be continued al momento è completamente al femminile. Oltre me c’è la grande Sara Caldara, senza il cui appoggio e affinità spirituale questo progetto non sarebbe mai nato. Sara Caldara si è occupata anche della traduzione del nostro primo romanzo La lettera di Mr Darcy ed ora è alle prese con la traduzione del secondo romanzo della stessa autrice. Poi c’è la disponibilità e la solarità di Chiara Nuzio, traduttrice del secondo romanzo Charlotte Collins. Al nostro servizio posso vantare la matita della nostra bravissima grafica-disegnatrice, nonché mia amica dall’infanzia Nataly Crollo che si occupa con successo di tutte le copertine delle nostre produzioni e di tutto quello che necessita di un tocco artistico che non posso dire di avere. Mi avvalgo della preziosa collaborazione e della impeccabile penna rossa di Sara Minervini per lavori di correzione e editing. Ultimamente si sono aggiunti altri nomi tra i nostri collaboratori alle prese con i nuovi progetti di traduzione, che non posso rendere noti fino a quando le opere non saranno completate, ma posso dire che sono tutte accomunate dalla passione della lettura e che tutte sanno affrontare e conoscono le difficoltà che comporta la trasposizione di un’opera letteraria da una lingua all’altra.
Jane Austen: un’autrice che continua a riscuotere successo – la vostra iniziativa lo conferma – senza perdere smalto. Secondo te perché?
Jane Austen sa raggiungere con semplicità le corde del cuore di una donna, ma ho conosciuto anche parecchi maschietti che apprezzano molto il suo stile. L’aspetto più bello di tutto questo è che non si tratta di una moda, per quanto non possiamo più riconoscerci in quei tempi, in quegli abiti e in quelle usanze a tutti noi piace leggere di quel periodo, sognando, magari, di trovarci a una di quelle serate danzanti.
Capitolo traduzioni: quali sono le critici maggiori nell’affrontare i sequel austeniani?
Molto spesso si fa l’errore di associare i nostri libri a Jane Austen, al suo stile, alla sua penna. Ma questo è sbagliato, nessuna delle nostre autrici vuole imitare o sostituire Jane Austen, sono dei grandi piccoli omaggi a un’autrice straordinaria, è in quest’ottica che bisogna leggere le nostre opere.
Mi rendo conto che la domanda è banale, ma mi sento costretto a farla: immagina di dover consigliare a un “lettore debole” un romanzo dell’amata Jane. Con quale lo faresti partire?
R: Io, personalmente, adoro Ragione e Sentimento più di Orgoglio e pregiudizio. A un lettore debole consiglierei anche la visione delle bellissime trasposizioni che hanno fatto per il cinema e la televisione, sempre omaggio ai meravigliosi protagonisti che zia Jane è riuscita a creare.
So che non si chiede mai, ma un mini-spoiler sul futuro delle vostre attività credi di potercelo affidare?
A breve tantissime pubblicazioni, siamo ricoperte di lavoro ultimamente.
Una trilogia, un romanzo tradotto dal russo, una nuova opera firmata da Abigail Reynolds e un’altra di Karen Aminadra… vi basta?
Dici Alfonso e pensi alla sua amata Triestina, alla sua biblioteca (rigorosamente ordinata per case editrici) che cresce a vista d’occhio, alla Moleskine rossa sempre in mano e alla adorata Nikon con la quale cattura scorci di quotidianità, possibilmente tenendo il corpo macchina in bizzarre posizioni, che vengono premiati ma non pensiate di venirlo a sapere. Se non vi risponde al telefono probabilmente ha avuto uno dei tanti imprevisti che riuscirà a tramutare in un esilarante racconto di “Viva la sfiga!”. Perché lui ha ironia da vendere ed un vocabolario che va controcorrente in questo mondo dominato dagli sms e dagli acronimi indecifrabili. Decisamente il più polivalente di tutti noi dato che è… il nostro (e non solo) Blogger senior che con il suo alfonso76.com ha fatto entrare la blog-o-sfera nella nostra quotidianità.
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