Uomini senza piedi, donne con una base sferica, acrobati che indisturbati si librano sopra di noi. Piccoli e grandi persone assorte, alcune nascoste in un’alternanza di chiaro e scuro, di buio e luce, di oro e argento, anzi, di grigio e sabbia, e ancora, curiosi cavedi, scenografiche tende e ponteggi da scalare e scoprire. E poi la gioia dei bambini, che corrono e conversano con figure più alte di loro che li stimolano a sviluppare meravigliose storie di fantasia, e quella degli adulti stupefatti difronte a tanta bellezza.
Entrare in una stanza ed emozionarsi, trattenere il respiro può accadere a chiunque, un sabato qualunque, in una città come Milano. Basta andare in HangarBicocca. Lo spazio espositivo di arte moderna, tra i più intriganti del panorama milanese, famoso per accogliere mostre insolite, eclettiche, uniche e di primissimo piano, in questo periodo vi permette di esplorare il mondo fantastico di Juan Muñoz.
Il 9 aprile scorso si è aperta la prima personale italiana dello scultore spagnolo, “Double Bind & Around”. Ben quindici tra le sue più significative istallazioni sono ospitate – sino al prossimo 23 agosto – negli oltre 5000 metri quadrati di “navate” dell’Hangar. Andare oggi in HangarBicocca significa, quindi, trovarsi in compagnia di una moltitudine di figure, alcune sorridenti, o forse sarebbe meglio dire, con un ghigno quasi beffardo, altre con uno sguardo enigmatico (che si presta alle più diverse interpretazioni), tutte assorte e prese dalle loro misteriose attività, ignare dei visitatori che entrano ed escono, che le fissano, che si pongono tante domande e che, di nascosto, provano la fugace ebrezza di sfiorarle.
Ma chi era esattamente Juan Muñoz? Nato nella Spagna franchista, secondo di sette fratelli, studente turbolento, amante dell’arte e del viaggio, si affermò a Londra, città che lo segnò indelebilmente e che spesso si può ritrovare nelle sue opere. Autodefinitosi uno “storyteller” era di fatto un grande indagatore delle arti e delle varie forme di comunicazione, dell’uomo e delle sue emozioni. Oltre alle sculture, compose musica e scrisse testi in una produzione che non si fermò sino al 2001, quando morì all’età di soli 48 anni. Apprezzato tanto in Europa quanto oltre oceano, dove gli sono state dedicate diverse retrospettive arriva, infine, anche da noi, grazie al progetto espositivo di Vincente Todoli.
In questi giorni di riposo e dal clima instabile, il nostro suggerimento è quindi di ritagliarvi qualche ora e andare a conoscere Muñoz e i suoi lavori. L’immenso spazio e le geometrie di “The Wasteland”, le dame di “Conversation Piece” e lo strabiliante “Many Times”, solo per citarne alcuni, stanno aspettandovi insieme ai ragazzi dello staff, pronti a soddisfare ogni vostra curiosità. Impossibile, infatti, tornare a casa senza scoprire quale sia il legame tra le “Hanging Figures” e Degas, di chi fosse il volto delle opere nascoste nell’imponente “Double Blind” e il motivo dei colori scelti dall’artista.
Ricordandovi che HangarBicocca oggi chiude alle 23:00, sul sito ufficiale www.hangarbicocca.org potete trovare i contatti e tutte le informazioni su itinerari, orari, visite guidate e iniziative legate alla mostra. Noi aspettiamo i vostri commenti.
Vissia Menza
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”