La domanda da farsi prima di affrontare la lettura de “Le benevole” di Jonathan Littell è: “Perché dovrei affrontare la lettura di quasi 1.000 pagine di purissimo orrore?”.
E’ una domanda lecita. Il protagonista, Maximilien Aue, è un criminale di guerra, una ex-SS che si nasconde sotto falso nome in Francia, e che giunto alle soglie dell’abbandono del mondo terreno decide di scrivere le sue memorie. E non risparmia nulla.
La narrazione è tragicamente, orrendamente, terribilmente iperrealistica. Definirlo semplicemente un “romanzo sull’Olocausto” non è sufficiente: con il suo fluire lento, i continui riferimenti militari, le citazioni colte, e soprattutto con l’anima del lettore che si crepa nel racconto dettagliato dei crimini più tremendi, “Le benevole” costringe a un impegno emozionale difficile da riscontrare nella moderna letteratura.
Ma resta la domanda: “Perché dovrei affrontare la lettura di quasi 1.000 pagine di purissimo orrore?”
Credo che la risposta stia nel percorso stesso di Maximilien Aue: un uomo orripilante, incapace di ribellarsi al Male assoluto, che pagina dopo pagina – e ti disgusti di te stesso – cominci a sentire più vicino. Ti accorgi che nel rimpianto del protagonista, che afferma di rimpiangere “quello choc iniziale, quella sensazione di una frattura, di uno squassarsi infinito di tutto il mio essere”, ritrovi il tuo lento ma inesorabile scivolare verso l’anestesia.
Immagino fosse l’intento dell’autore, forse persino uno dei principali: dimostrare che per quanto si viaggi verso l’inumano, per quanto ci si avvicini e si superi il confine con il purissimo orrore, ci sarà sempre una giustificazione, una sensazione di ineluttabilità, una qualsiasi scorciatoia che consente all’essere umano di guardare oltre e sopravvivere mentalmente alle sue azioni.
“Le benevole” va letto, per guardare dentro l’orrore assoluto e scoprire che contiene uno specchio. A noi l’impegno di renderlo opaco, spezzarlo, farlo in mille pezzi, e sotterrare le schegge.
Alfonso d’Agostino
SCHEDA LIBRO
Autore: Jonathan Littell
Titolo: Le benevole
Traduzione: Margherita Botto
Editore: Einaudi
Collana: Super ET
Pagine: 956
ISBN: 978-8806219598
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Dici Alfonso e pensi alla sua amata Triestina, alla sua biblioteca (rigorosamente ordinata per case editrici) che cresce a vista d’occhio, alla Moleskine rossa sempre in mano e alla adorata Nikon con la quale cattura scorci di quotidianità, possibilmente tenendo il corpo macchina in bizzarre posizioni, che vengono premiati ma non pensiate di venirlo a sapere. Se non vi risponde al telefono probabilmente ha avuto uno dei tanti imprevisti che riuscirà a tramutare in un esilarante racconto di “Viva la sfiga!”. Perché lui ha ironia da vendere ed un vocabolario che va controcorrente in questo mondo dominato dagli sms e dagli acronimi indecifrabili. Decisamente il più polivalente di tutti noi dato che è… il nostro (e non solo) Blogger senior che con il suo alfonso76.com ha fatto entrare la blog-o-sfera nella nostra quotidianità.
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