Sono stati quindici minuti carichi di disperazione: ma come, neppure cinque puntate e il giro letterario del mondo doveva essere abbandonato? Lo stato che segue l’Algeria nell’elenco sembrava un ostacolo insormontabile: Andorra vanta giusto un paio di scrittori in lingua spagnola, nessuno dei quali tradotto in italiano. Dopo aver esplorato le possibilità più disparate – incluso l’affidamento del testo di un oscuro andorrano alla consorte ispanofona- un colpo di genio: ci avranno mica (almeno) ambientato un romanzo?
“Feci qualche passo sul balcone e davanti agli occhi mi si aprì un panorama nuovo, completamente diverso: a partire dalla piazza, su una serie di terrazzi, sorgevano le case in pietra della città; ogni terrazzo era di una sfumatura di rosso leggermente diversa che andava dal color terracotta al bordeaux. Dietro l’ultima fila c’era una parete di roccia nuda attraversata da una funicolare i cui vagoni, in quel momento immobili, apparivano come puntini rosso acceso posati contro il dirupo. Sulla sommità sembrava esserci un pianoro, ma non riuscivo a distinguerne le caratteristiche. Oltre, ancora più su, delle montagne dalle cime innevate che scintillavano nella luce forte del mattino, e infine, a sovrastare tutto ciò, un cielo di un azzurro quasi sfibrante”
“No, » ribattè lei « intendo, che ci fai qui ad Andorra? Che cosa ti ha spinto a venire qua? ».
Mi tornò in mente la nostra prima conversazione alla cantina: Diciamo che a portarla è stato il vento, o il destino…
« La paura » risposi.
«Di cosa?».
« Di stare dov’ero ».”
“Tanti anni fa lessi un libro ambientato ad Andorra e l’idea del paese che ne ricavai mi rimase talmente impressa che quando, costretto dalle circostanze, dovetti ricominciare in un posto nuovo, mi fu immediatamente chiaro dove andare”
Dici Alfonso e pensi alla sua amata Triestina, alla sua biblioteca (rigorosamente ordinata per case editrici) che cresce a vista d’occhio, alla Moleskine rossa sempre in mano e alla adorata Nikon con la quale cattura scorci di quotidianità, possibilmente tenendo il corpo macchina in bizzarre posizioni, che vengono premiati ma non pensiate di venirlo a sapere. Se non vi risponde al telefono probabilmente ha avuto uno dei tanti imprevisti che riuscirà a tramutare in un esilarante racconto di “Viva la sfiga!”. Perché lui ha ironia da vendere ed un vocabolario che va controcorrente in questo mondo dominato dagli sms e dagli acronimi indecifrabili. Decisamente il più polivalente di tutti noi dato che è… il nostro (e non solo) Blogger senior che con il suo alfonso76.com ha fatto entrare la blog-o-sfera nella nostra quotidianità.
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