“The Shallows. What the Internet is Doing to our Brains” è il titolo originale del libro di Carr, una provocazione al lettore e ad una società diluita in cavi di fibra ottica.
L’autore, nel suo passare dall’epoca analogica a quella digitale, ripercorre la storia dell’uomo, dai sassi ai papiri, dal libro all’e-book e si ritrova, poco dopo, a pensare a se stesso come al fantastico computer Hall di “Odissea nello Spazio 2000” quando la sua parte più umana chiede di essere lasciata in vita.
L’esigenza di scrivere questo libro nasce proprio dalla consapevolezza di stare perdendo qualcosa di importante, di non riuscire a mantenere a lungo l’attenzione su qualcosa, di avere sempre più bisogno di “rimanere connesso”. Diventa un’esigenza del cervello stesso che, così come con ogni altra forma di droga, modifica la sua struttura morfofunzionale per meglio adattarsi al continuo bombardamento di stimoli provenienti dalla rete, per navigare (senza annegare) in un mare di iperlink che rispondono sempre di più alle esigenze del mercato online.
Si diventa impazienti, frettolosi, si perde la capacità di restare concentrati, di apprezzare il procedere lineare di un buon libro, di sentire la carta fra le dita che, proprio perché sottostimola i sensi, permette di fermarsi un attimo, di gustare il lento scorrere del tempo, di farsi un’idea propria sul mondo.
Così come evidenzia Carr, oggi sicuramente leggiamo molto più di ieri ma le nostre conoscenze finiscono inevitabilmente per essere singoli frammenti di un puzzle più complesso, bite che rispondono ad un codice binario; la dea greca Mnemosine si spoglia del plepo dorato e diventa improvvisamente la rubrica del nostro cellulare, l’agenda virtuale del tablet.
La memoria in silicio, però, non è la memoria umana, chiedere qualcosa a Siri non è chiacchierare con un amico e ciò che più spaventa non è tanto il tentativo di riprodurre l’intelligenza artificiale quanto il pensare che l’intelligenza umana si possa ridurre ad una serie di algoritmi, rendendo contorto il nostro rapporto con la tecnologia e il controllo che esercitiamo (o che crediamo di esercitare) su di essa.
Rinunciamo quindi ad alcuni tracciati neuronali per potenziarne altri, disponiamo di più informazioni per possederne meno, costruiamo più macchine per diventare meno umani ma, soprattutto, quanto siamo consapevoli di tutto questo?
Giovanna Puccio
SCHEDA LIBRO
Autore: Nicholas Carr
Titolo: Internet ci rende stupidi? Come la rete sta cambiando il nostro cervello
Traduzione: S. Garassini
Editore: Cortina Raffaello
Collana: Scienza e idee
Pagine: 317
ISBN: 978-8860303776
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