Recensione romanzo Il Successore di Ismail Kadare

Seconda tappa di un viaggio che sarà (quasi) infinito: su http://j.mp/giro-del-mondo-letterario troverete autori e libri scelti per rappresentare tutti i paesi del mondo in un “giro del mondo letterario” che è partito dall’Afghanistan con l’articolo che trovate cliccando qui.

Oggi tocca a un paese decisamente più vicino a noi, sia in termini geografici che storici: l’Albania.

Forse non tutti sanno che – direbbero sulla Settimana Enigmistica – l’Albania vanta un gigante della letteratura moderna, più volte candidato al Nobel per la Letteratura: si tratta di Ismail Kadare, un autore che oltre a decine di romanzi (tre dei quali presenti nella lista dei 1001 libri da leggere a tutti i costi) ci ha regalato questa frase:

“La letteratura autentica e le dittature sono incompatibili… lo scrittore è nemico naturale delle dittature.”

Sottolineo che non si tratta di una sentenza scevra da aspetti autobiografici: Kadare nel 1990 è riparato in Francia dopo aver espresso la sua disapprovazione nei confronti della dirigenza comunista albanese, e la sua stessa poetica letteraria ricalca fortemente l’anelito di libertà di un intero popolo.

Per presentarvi Kadare ho scelto “Il successore”, romanzo del 2003 che ne sintetizza bene il percorso. La trama, solidissima, prende il via da un incipit immediatamente trascinante: “Il Successore designato fu trovato morto nella sua stanza all’alba del 14 dicembre”. Siamo in pienissima era comunista, e la Guida – nome con cui è identificato il dittatore di turno – ha scelto da molti anni il suo delfino, tradizionalmente noto come Successore. Ma un colpo di pistola in una stanza chiusa ne ha concluso l’esistenza terrena, e la trama si sviluppa tra il dramma dei familiari e le “indagini” – le virgolette sono d’obbligo – sull’evento accaduto. Suicidio? Omicidio politico?

Romanzo politico se ne esiste uno, “Il Successore” non è certamente un giallo anche se ne possiede alcune tipiche caratteristiche. Si configura come testo di critica e riprende, incidentalmente ma non troppo, un fatto storico realmente accaduto: Il 17 dicembre 1981 il primo ministro Mehmet Shehu si suicidò in seguito a gravi contrasti con le più alte cariche dello stato, incluso il dittatore Hoxha, protagonista di un quarantennio di repressione a due passi da casa nostra. Furono in molti a pensare all’omicidio di un politico diventato scomodo e, in qualche misura, in anticipo di un decennio sui tempi: mancavano meno di 8 anni al crollo del Muro di Berlino.

Kadare riesce bene in un intento davvero complicato: dimostrare che il totalitarismo impatta in misura essenziale anche sui sentimenti umani, tanto che – in questo caso specifico – a segnare l’inizio della fine è un fidanzamento politicamente inappropriato della figlia del Successore. Suzana, sorta di Ifigenia sacrificata dal padre all’altare della ragion di Stato, finisce per diventare così la protagonista “emotiva” del romanzo, ed è un bel leggere.

Lettura agile e ciò nonostante davvero densa, “Il Successore” è un romanzo su cui vale la pena poggiare le pupille, anche solo per ricordare quanto l’uomo sia in grado di annichilirsi all’inseguimento del vero Potere.

Alfonso d’Agostino

SCHEDA LIBRO
Autore: Ismail Kadare
Titolo: Il Successore
Traduzione: Francesco Bruno
Editore: Longanesi
Collana: Biblioteca di narratori
Pagine: 149
ISBN: 978-8830425255

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