Domenica 23 luglio le Rive di Trieste (affacciata sul mare dove stazionano imbarcazioni di ogni tipo), i palazzi vicino e qualsiasi altra posizione di una certa altezza ospitano una vera e propria folla: il giovane cittadino Gianni Widmer ha infatti fatto annunciare che decollerà da Grado per atterrare su una spianata nei pressi del molo V appena costruito, e la partenza verrà annunciata con un colpo di cannone.
Il colpo di cannone non viene percepito (o più probabilmente qualcuno si dimentica di spararlo) e la folla osserva con impazienza lo spazio del cielo a sud da dove l’apparecchio, un Bleriot nuovo di zecca, dovrebbe apparire. Una impazienza che si trasforma in apprensione fino a quando, improvvisamente e proveniente da ovest, dunque quasi alle spalle di tutti, appare un puntino che poco a poco si rivela essere il velivolo. Widmer compie un ampio giro sulla città – voleva essere il primo a sorvolare la cattedrale di San Giusto, patrono di Trieste – e quindi si dirige sul luogo prescelto per l’atterraggio.
Inizia così la storia del pilota Gianni Widmer, nato a Trieste il 25 aprile 1892, che si era ripromesso di diventare “aviatore” quando appena diciottenne aveva assistito col padre alle esibizioni di velivoli alla Prima Esposizione Provinciale 1910 Istriana organizzata a Capodistria. Forse non troppo conosciuto – la sua stessa città di origine non lo ha ricordato nemmeno della toponomastica – rappresenta un importante riferimento per la storia dell’aviazione triestina ma anche nazionale.
Di questo “illustre” sconosciuto si occupa Mauro Antonellini nella sua recente fatica letteraria “GIANNI WIDMER aviatore di frontiera” edito da Casanova Editrice di Faenza con un prodotto editoriale molto accurato ed elegante, attentamente curato nella sua componente iconografica. Si tratta di oltre 250 pagine frutto di lunghe e accurate ricerche (lo stesso Autore nota che nel proseguire la ricerca non è stato facile: “Widner è scomparso senza lasciare discendenti diretti, così il materiale e i documenti riguardanti le sue imprese sono andati dispersi”), e ci piace affermare che Antonellini è riuscito in una impresa veramente degna di nota che merita di trovare posto non solo fra gli scaffali degli appassionati di storia dell’aviazione ma anche e forse soprattutto in quelli di tutti i triestini, perché, oltre che una biografia, ““GIANNI WIDMER aviatore di frontiera” “ è la storia di una città che ha visto nascere l’aviazione e che può vantare di avere avuto il proprio stendardo con l’Alabarda bianca su sfondo rosso portata in cielo, posizionata proprio sulla fusoliera del Bleriot, da uno dei pionieri dell’aeronautica.
Carlo d’Agostino
Giornalista aeronautico, Carlo d’Agostino ha all’attivo diverse pubblicazioni di carattere aeromodellistico e storico-aviatorio fra le quali ricordiamo “SM-79. Il gobbo maledetto”, “SISA. La prima compagnia aerea commerciale italiana” e “C’era una volta un campo di volo. Storia dell’aeroporto di Gorizia”
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