Grande Arte al Cinema: alla scoperta di VINCENT VAN GOGH

Chi era veramente Vincent Van Gogh? Il pittore olandese morto suicida nel 1890 era in preda alla depressione oppure era lucido e determinato? Perché era tanto fragile nel corpo e nella mente? E come mai il suo genio ci mise tanto a esplodere? Cosa gli rese difficile affermarsi e ottenere i riconoscimenti dovuti?

A 125 anni dalla sua morte, dopo che il museo che porta il suo nome è stato rinnovato nei percorsi e nel look, grazie alle innumerevoli lettere che Vincent Van Gogh scrisse all’adorato fratello Théo (in Italia pubblicate da Guanda), oggi possiamo tratteggiare un profilo più realistico e meno fantasioso di uno dei pittori più importanti del ‘900, la cui esistenza fu costellata d’incognite, miti e pure qualche favola.

Partiamo dai fatti: Van Gogh nacque a Zundert, un paese olandese al confine con il Belgio. Era il primogenito di una famiglia colta con un padre pastore protestante. Nonostante disegnasse sin da bambino con la maggiore età iniziò a lavorare per una casa d’arte, la medesima in cui più avanti entrò Théo. Il giovane presto si rese conto che il suo destino fosse altrove e, coerentemente con la sua incrollabile fede, tentò la vita pastorale, del predicatore con un suo gregge, ma anche questa esperienza non durò a lungo. Sostenuto dal fratello, mollò una vocazione per seguirne un’altra: a ventisette anni decise di diventare un artista.

Nella sua vita il pittore viaggiò molto, dall’Olanda a Londra, in Belgio e in Francia, da Parigi sino al sud, perciò non deve stupire che i suoi rapporti epistolari avvenissero in tante lingue. E proprio le sue infinite missive sono l’eredità più preziosa che ci è stata lasciata. Grazie a quegli intimi scritti possiamo scoprire luoghi, condividere le insicurezze, capire il dolore e sentire l’odore di fumo, di aria rarefatta, della malattia, della follia che incede sino a prendere il sopravvento.

Vincent van Gogh (1853 – 1890)
The yellow house (`The street’), 1888 Arles
Van Gogh Museum, Amsterdam (Vincent van Gogh Foundation)

Van Gogh fu meticoloso, inflessibile, devoto e ispirato sino alla fine. In una sola decade produsse un numero da capogiri di opere e le tele degli ultimi cinque anni furono ben 450 (!). Questi e molti altri fatti, alcuni aneddoti e curiosità sono portati sullo schermo dal regista David Bickerstaff (colui che ci ha intrigati qualche mese fa con il meraviglioso “La Ragazza con l’orecchino di Perla”). Il percorso è emozionante e ci porta dentro le tele, dà forma agli autoritratti (grazie ad un attore molto simile al pittore), ci fa battere il cuore mentre udiamo il narratore entrare nell’intimità e recitare quella corrispondenza preziosa agli studiosi per capire chi fosse l’autore di tanta bellezza.

È sempre Nexo Digital a regalarci questa nuova avventura su grande schermo. Solo oggi (QUI l’elenco delle sale aderenti) sarà possibile assistere, in contemporanea con oltre mille cinema di tutto il globo, alla proiezione del film che mostrerà non solo alcuni scorci del nuovo allestimento del Museo di Amsterdam ma pure il lato normalmente celato agli occhi dei visitatori, in cui sono custoditi i manoscritti, e ci permetterà di conoscere i pronipoti di casa Van Gogh.

VINCENT VAN GOGH Un nuovo modo di vedere” è un tuffo mai avvenuto prima nella storia, nella letteratura e nell’arte alla scoperta dell’uomo, del fratello, dell’artista in erba, del genio folle che dipinse capolavori come i meravigliosi “Girasoli”, “Iris”, “I mangiatori di patate” “La camera di Arles” e tutti quei brillanti e vibranti quadri entrati nei nostri sogni.

Vissia Menza

 

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