anderswo_poster_courtesy of BFM33

Noa è israeliana, studia a Berlino, ha un fidanzato tedesco. Mentre è alle battute finali della sua bizzarra tesi sul dizionario dei termini intraducibili, va in crisi. La sua ricerca è reputata al di sotto delle sue capacità e conseguentemente viene rifiutata, il fidanzato parte per un tour musicale e la lascia sola, lei si sente spaesata e in carenza di idee. Un giorno, di punto in bianco, decide quindi di prendere un aereo e fare una sorpresa alla famiglia: torna a Tel Aviv. Da quel momento sembra che le cose vadano meglio, sino al giorno in cui la nonna si ammala irrimediabilmente e il compagno, con rigore tutto teutonico, si presenta a sorpresa in Israele.

Il lungometraggio di esordio della regista Ester Amrami, presentato ieri in anteprima nazionale nella cornice della Mostra Concorso del 33° Bergamo Film Meeting, ci racconta una storia universale, mostra la moderna fragilità e l’insicurezza che pervade non solo chi si trasferisce in terra stranire ma chiunque decida di vivere la vita e non subirla. La nostra moderna eroina dovrà vincere le difficoltà che s’incontrano quando si cerca il proprio posto nel mondo e imparare a convivere con le follie di famiglia: Noa deve scoprire la sua strada, la sua dimensione, il suo equilibrio, e ciò le costerà tempo e dolore ma darà il via a un inizio presumibilmente migliore.

Photo: courtesy of £3° Bergamo Film Meeting

Photo: courtesy of 33°  Bergamo Film Meeting

“Anderswo” (“Anywhere else”) è un piccolo film che parla di giovani che si mescolano tra loro, che quando perdono la bussola chiedono aiuto, gente in costante movimento che si confronta con gli altri e cerca di emanciparsi dalle origini. La fotografia che ne esce è incoraggiante: sempre più distanti e distaccati dai retaggi che hanno condizionato i nonni, questi ragazzi non hanno paura di osare e iniziare qualcosa di nuovo, inconcepibile sino a ieri. E la fugace ironia della madre, che ricorda per esempio alla figlia quanto non sia appropriato far sedere un tedesco al capezzale della nonna, è solo un esempio di come la regista non dimentichi quello che è stato, ma si discosti da esso e confezioni un racconto di crescita emotiva, gentile e diverso.

Stupiscono il calore emanato dall’opera e la costante luminosità che rende il disagio di Noa mai opprimente, freddo o senza via d’uscita. Nessun dramma. Saranno le palme sullo sfondo o saranno quei colori chiari, ma l’angoscia non occupa mai la scena. Comprendiamo i problemi della protagonista ma sappiamo che il domani sarà migliore.

L’ambientazione, la trama, la sorprendente attrice Neta Riskin (Noa) e quei toni da commedia tragica, rendono “Anderswo” una pellicola intrigante che merita una corsa fino a Bergamo, al cinema San Marco Multisala, stasera, venerdì 13 marzo. E, se siete curiosi, nell’attesa della proiezione potete visitare il sito ufficiale del film http://anderswo-film.com :)

Vissia Menza